Case popolari, cancellare le norme che discriminano gli stranieri
«La Regione deve rivedere i criteri di assegnazione delle case Ater ai cittadini stranieri, perché la loro illegittimità, a più riprese denunciate da molti, tra cui la Cgil, trova conferma nella recente pronuncia con cui la la Corte Costituzionale ha bocciato due analoghe norme vigenti in Abruzzo». A chiederlo è Susanna Pellegrini, della segreteria regionale Cgil, sulla base della sentenza 9/2021 della Consulta, e in particolare al giudizio di illegittimità sulle norme che impongono ai cittadini stranieri, come condizione per l’assegnazione di un alloggio popolare, di documentare l’assenza di proprietà nel paese di provenienza, «norma evidentemente pretestuosa e vessatoria», commenta Pellegrini, in linea con quanto affermato nel dispositivo della Corte. La sentenza, per la Cgil, «deve essere d’impulso non soltanto per una norma che risolva i contenziosi in atto e ne eviti di nuovi, ma soprattutto per una politica della casa basata non su criteri demagogici basati sulla contrapposizione tra italiani e stranieri, ma sull’effettivo bisogno e sulla condizione delle persone».