Cassa integrazione a livelli pre-crisi, ma è allarme ammortizzatori
Sono state poco meno di 6 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate dall’Inps in Friuli Venezia Giulia nel corso del 2017. In deciso calo già nella prima metà dell’anno, il ricorso agli ammortizzatori sociali ha visto un ulteriore, drastico calo da luglio in poi, portando i valori assoluti di richieste ai livelli più bassi dall’esplosione della crisi: per registrare un dato inferiore bisogna risalire fino al 2008, quando l’Inps autorizzò 4,3 milioni di ore. Dopo il picco storico di 30 milioni di ore sfiorato nel 2014, le richieste sono progressivamente calate fino ai 17 milioni del 2016 e ai 5,9 milioni del 2017, con una flessione del 67% rispetto ai 12 mesi precedenti. Una flessione che riguarda tutte le province (-53% Gorizia, -72% Pordenone, -58% Trieste, -66% Udine) e tutti i settori, con punte, nell’ambito dei principali settori, del -74% del legno e del -72% nel metalmeccanico. Più contenuto il calo delle richieste nell’edilizia (-33%) e nel commercio (-45%).
Il segnale è sicuramente virtuoso, ma sul calo pesa anche una componente negativa: il calo, infatti, è in parte ascrivibile anche alla scadenza degli ammortizzatori per un crescente numero di aziende, accelerata dalle nuove e più stringenti regole su cassa integrazione e mobilità introdotte dopo il jobs-act. Il rischio tangibile è che un numero consistente di lavoratori a rischio esubero si trovi senza reddito, andando ad alimentare le file dei disoccupati. Da qui la necessità di una ripresa più decisa e di nuovi percorsi di formazione e ricollocamento che forniscano nuove opportunità di reimpiego ai lavoratori colpiti dalla crisi.