Cassa integrazione in deroga, Susanna Camusso lancia l’allarme

«Dal Governo aspettiamo ancora una risposta sul rinnovo della cassa integrazione in deroga. Ad oggi non ci è ancora arrivato alcun segnale in tal senso». Questo l’allarme lanciato dalla segretaria confederale della Cgil Susanna Camusso, oggi a Udine per un direttivo della Cgil Friuli Venezia Giulia. «Il problema – ha dichiarato – non riguarda soltanto le piccole e medie imprese, ma anche molti grandi gruppi, che hanno già esaurito la disponibilità di cassa integrazione ordinaria e straordinaria, la cui durata non verrà estesa. E ad aggravare la situazione c’è anche il contemporaneo allungamento dell’età pensionabile, che rischia di negare a decine di migliaia di lavoratori oggi in mobilità, uno scivolo verso la pensione. Un problema, questo, che secondo le nostre stime riguarda centomila lavoratori, e che potrebbe essere risolto lasciando nell’ambito della previdenza almeno parte dei risparmi generati dall’intervento sulle pensioni».
Sulla cassa in deroga, la Camusso si è detta scettica sulla possibilità che venga riproposto un accordo sul modello di quello siglato nel 2009. «Quell’intesa – ha spiegato – caricava sulle casse regionali un notevole impegno finanziario. Impegno che difficilmente potrà essere confermato, alla luce dei tagli previsti dalla manovra». 

Tra i temi toccati, nella settimana che porta alla manifestazione nazionale della Fiom di sabato 16, anche quello dei rapporti con Cisl e Uil. «La manifestazione – ha dichiarato Camusso – è giusta e necessaria, perché è stata proclamata contro due scelte che la Cgil considera sbagliate e inaccettabili: l’accordo su Pomigliano e la disdetta del contratto nazionale da parte di Federmeccanica. È indispensabile però che la manifestazione resti su questi temi, strettamente sindacali, senza prestare il fianco ad altre interpretazioni. Così come è necessario, da parte di tutti, abbassare i toni del linguaggio». Durissimo il giudizio sugli attacchi alle sedi sindacali di Cisl e Uil: «Chi attacca le sedi del sindacato attacca un simbolo, dimostrando una totale mancanza di cultura democratica e del lavoro».

Durissimo anche il giudizio sul ministro del welfare Maurizio Sacconi: «Abbiamo un ministro che non fa il suo lavoro: dovrebbe avere un ruolo terzo, invece teorizza la divisione del sindacato e lavora a questo obiettivo. Quanto alla natura riformista dell’accordo su Pomigliano, noi continuiamo non siamo contrari a intese sulla produttività, e infatti ne abbiamo firmate parecchie. Siamo invece contrari ad accordi che mettano in discussione diritti dei lavoratori».

Quanto ai rapporti con il Governo, Camusso si è detta scettica su una reale disponibilità dell’esecutivo a un confronto sul fisco: «Il ruolo del sindacato non può limitarsi a confronti privati con il Governo. Noi, per quanto ci riguarda, non crediamo che ai ripetuti annunci di un tavolo sul fisco risponda una reale disponibilità del Governo al confronto. Se questa ci fosse, noi non avremmo alcun problema a sederci al tavolo. A patto che sia un tavolo trasparente».