Centrale unica del 118, firmata l’intesa
«E’ un’operazione complessa e importante, poiché rappresenta una delle principali novità del nuovo disegno della sanità regionale: una sola centrale, un solo modo di affrontare le emergenze omogeneo in tutto il territorio cambiando il modo attuale di operare». Alessandro Baldassi, responsabile sanità della Fp-Cgil regionale, commenta così l’accordo siglato oggi tra i sindacati di categoria e i vertici dell’Egas sulla centrale unica del 118, che dal 1° novembre subentrerà alle quattro attuali centrali provinciali. Con l’accordo, ricorda Baldassi, «riparte il bando di mobilità per aquisire dalle aziende del Servizio sanitario regionale 36 infermieri da assegnare alla nuova centrale 118 di Palmanova».
Diverse le novità previste dal nuovo bando rispetto al precedente, che era andato pressoché deserto. Possono partecipare non solo i professionisti delle quattro attuali centrali, ma anche coloro che lavorano nei pronto soccorso e nei reparti, in ordine di priorità. «L’accordo – spiega ancora Baldassi – accompagna il processo con un sistema incentivante pluriennale che compensa il disagio delle nuova turnistica con un’indennità mensile che può arrivare a 200 euro al mese».
Quanto alle assunzioni annunciate alla stampa locale dall’assessore Telesca, «la Fp esprime soddisfazione per l’inversione del trend degli ultimi anni, cominciata da quest’anno, ma ricorda che dal 2010 al 2015 sono quasi 1.000 i posti di lavoro persi nel servizio sanitario regionale per la mancata copertura del turnover». Riguardo al numero di assunzioni reso noto dall’assessore, Baldassi sottolinea come «gran parte di queste sia destinata a coprire nuovi servizi, ad esempio il necessario supporto alla medicina di base». Resta pertanto tutta da verificare, conclude Baldassi, «l’impatto positivo in termini di recupero effettivo dei posti di lavoro persi».
Quanto alle assunzioni annunciate alla stampa locale dall’assessore Telesca, «la Fp esprime soddisfazione per l’inversione del trend degli ultimi anni, cominciata da quest’anno, ma ricorda che dal 2010 al 2015 sono quasi 1.000 i posti di lavoro persi nel servizio sanitario regionale per la mancata copertura del turnover». Riguardo al numero di assunzioni reso noto dall’assessore, Baldassi sottolinea come «gran parte di queste sia destinata a coprire nuovi servizi, ad esempio il necessario supporto alla medicina di base». Resta pertanto tutta da verificare, conclude Baldassi, «l’impatto positivo in termini di recupero effettivo dei posti di lavoro persi».