Cgil Fvg, è Pezzetta il nuovo segretario generale
La Cgil Fvg ha scelto il successore di Franco Belci, dimessosi due mesi fa per raggiunta scadenza del limite statutario di 8 anni. Si tratta di Villiam Pezzetta, eletto dall’assemblea riunitasi oggi al centro congressi Enaip di Pasian di Prato: 84 i voti favorevoli, 17 i contrari e 11 gli astenuti per il nuovo segretario generale, che sarà affiancato da Emanuele Iodice e Orietta Olivo, già componenti della segreteria guidata da Belci. Con Pezzetta, nato a Gemona nel 1958 e residente nel capoluogo friulano, Udine esprime per la prima volta il leader della Cgil Fvg, portando alla guida dell’organizzazione l’attuale segretario della Camera del lavoro provinciale, nata nel 2010 dall’unificazione tra Basso e Alto Friuli.
Pezzetta arriva a questo prestigioso incarico a coronamento di un’esperienza quasi trentennale in Cgil. Iscritto dal 1979, è stato segretario provinciale della Fiom Udinese-Bassa friulana dal 1998 al 2004, per poi passare alla Fillea (edilizia e legno), dove è stato segretario comprensoriale (2004-2010), provinciale (2010-2014) e regionale (2006-2014). Un anno fa la sua elezione al vertice della Cgil di Udine, incarico che manterrà fino all’elezione del successore, prevista dopo la pausa estiva.
«Il mio obiettivo – ha dichiarato illustrando all’assemblea
la sua dichiarazione programmatica – è di lavorare per garantire
un’organizzazione coesa e capace restituire fiducia ai lavoratori, dimostrando coerenza, chiarezza e trasparenza al suo interno. Bisogna farlo per continuare a essere un solido riferimento sociale e politico, e non solo per affrontare una crisi che fa ancora sentire pesantemente i suoi effetti sul tessuto economico e occupazionale della nostra regione. Questa sfida non può ignorare che l’industria manifatturiera, oggi interessata da importanti processi di
destrutturazione che hanno influito pesantemente anche nel settore terziario, rappresenta tuttora, e continuerà a esserlo nei prossimi decenni, il motore dell’economia regionale. E che il mondo del lavoro, segnato dalla disoccupazione e dalla precarietà, rappresenta lo terreno principale in cui si manifestano le vecchie e le nuove forme della diseguaglianza sociale. L’abuso
dei voucher e degli appalti, contro il quale abbiamo proposto due dei tre
referendum anti jobs-act lanciati a sostegno della nostra Carta dei diritti, ne rappresentano l’esempio più eclatante».
Una Cgil più radicata e più coesa, dunque, «che continui ad essere un interlocutore forte nei confronti della politica e della classe
imprenditoriale, come è stata sotto la guida di Franco Belci». Questo
l’obiettivo programmatico di Pezzetta, che punta a consolidare una
rappresentatività testimoniata dai numeri. Numeri che tengono «a dispetto di una crisi che ha falcidiato 23mila posti di lavoro dal 2008», e che continuano a fare della Cgil il primo sindacato a livello nazionale e in Fvg, dove la confederazione conta su 107.329 iscritti.
Ma la Cgil punta anche a continuare ad essere «uno stimolo per un vero percorso riformatore di questa regione, con un ruolo di interlocutore forte e indipendente, pronto a dare il suo sostegno alle riforme condivise, ma anche ad evidenziarne limiti e contraddizioni, come nel caso della sanità e degli enti locali». Tutto questo, ha detto Pezzetta, «avendo ben chiaro che il processo riformatore deve riguardare anche noi stessi, se vogliamo rappresentare di più
il mondo del precariato e i giovani, ancora oggi troppo distanti dal sindacato, perché è soprattutto su di loro che incombe lo spettro di un futuro con meno tutele e meno garanzie».
Pezzetta arriva a questo prestigioso incarico a coronamento di un’esperienza quasi trentennale in Cgil. Iscritto dal 1979, è stato segretario provinciale della Fiom Udinese-Bassa friulana dal 1998 al 2004, per poi passare alla Fillea (edilizia e legno), dove è stato segretario comprensoriale (2004-2010), provinciale (2010-2014) e regionale (2006-2014). Un anno fa la sua elezione al vertice della Cgil di Udine, incarico che manterrà fino all’elezione del successore, prevista dopo la pausa estiva.
«Il mio obiettivo – ha dichiarato illustrando all’assemblea
la sua dichiarazione programmatica – è di lavorare per garantire
un’organizzazione coesa e capace restituire fiducia ai lavoratori, dimostrando coerenza, chiarezza e trasparenza al suo interno. Bisogna farlo per continuare a essere un solido riferimento sociale e politico, e non solo per affrontare una crisi che fa ancora sentire pesantemente i suoi effetti sul tessuto economico e occupazionale della nostra regione. Questa sfida non può ignorare che l’industria manifatturiera, oggi interessata da importanti processi di
destrutturazione che hanno influito pesantemente anche nel settore terziario, rappresenta tuttora, e continuerà a esserlo nei prossimi decenni, il motore dell’economia regionale. E che il mondo del lavoro, segnato dalla disoccupazione e dalla precarietà, rappresenta lo terreno principale in cui si manifestano le vecchie e le nuove forme della diseguaglianza sociale. L’abuso
dei voucher e degli appalti, contro il quale abbiamo proposto due dei tre
referendum anti jobs-act lanciati a sostegno della nostra Carta dei diritti, ne rappresentano l’esempio più eclatante».
Una Cgil più radicata e più coesa, dunque, «che continui ad essere un interlocutore forte nei confronti della politica e della classe
imprenditoriale, come è stata sotto la guida di Franco Belci». Questo
l’obiettivo programmatico di Pezzetta, che punta a consolidare una
rappresentatività testimoniata dai numeri. Numeri che tengono «a dispetto di una crisi che ha falcidiato 23mila posti di lavoro dal 2008», e che continuano a fare della Cgil il primo sindacato a livello nazionale e in Fvg, dove la confederazione conta su 107.329 iscritti.
Ma la Cgil punta anche a continuare ad essere «uno stimolo per un vero percorso riformatore di questa regione, con un ruolo di interlocutore forte e indipendente, pronto a dare il suo sostegno alle riforme condivise, ma anche ad evidenziarne limiti e contraddizioni, come nel caso della sanità e degli enti locali». Tutto questo, ha detto Pezzetta, «avendo ben chiaro che il processo riformatore deve riguardare anche noi stessi, se vogliamo rappresentare di più
il mondo del precariato e i giovani, ancora oggi troppo distanti dal sindacato, perché è soprattutto su di loro che incombe lo spettro di un futuro con meno tutele e meno garanzie».