Chiude l’impianto Intercity di Trieste, a rischio anche i macchinisti di Udine
E’
con forte preoccupazione e contrarietà che la Filt Cgil del Friuli
Venezia Giulia ha accolto la decisione di Trenitalia di chiudere
l’impianto di Trieste cui fa capo il personale di bordo del servizio
universale Treni Intercity. Per effetto di questa scelta il personale
interessato, di profilo capitreno e capiservizio treno, in tutto nove figure,
viene spostato verso il segmento del trasporto regionale, con la
conseguenza che la gestione del personale Intercity viene trasferita dalla direzione del Friuli Venezia Giulia a quelle del Veneto o dell’Emilia Romagna. Trasferire figure professionali come queste dall’esercizio Intercity al servizio regionale in
chiave futura, significa non assumere decine di giovani del Friuli
Venezia Giulia e nel contempo deregionalizzare quote importanti di
controllo e gestione del servizio. Come se ciò non bastasse, abbiamo
ragione di pensare che analoga scelta organizzativa possa essere fatta
per il personale di macchina dell’impianto di Udine. Cosa altrettanto
grave, che coinvolgerebbe circa venticinque macchinisti, portando così < a oltre trenta i lavoratori coinvolti. Una perdita di funzioni e di buoni posti di lavoro di fronte alla quale crediamo che la Regione Friuli Venezia Giulia non debba e non possa restare indifferente.
con forte preoccupazione e contrarietà che la Filt Cgil del Friuli
Venezia Giulia ha accolto la decisione di Trenitalia di chiudere
l’impianto di Trieste cui fa capo il personale di bordo del servizio
universale Treni Intercity. Per effetto di questa scelta il personale
interessato, di profilo capitreno e capiservizio treno, in tutto nove figure,
viene spostato verso il segmento del trasporto regionale, con la
conseguenza che la gestione del personale Intercity viene trasferita dalla direzione del Friuli Venezia Giulia a quelle del Veneto o dell’Emilia Romagna. Trasferire figure professionali come queste dall’esercizio Intercity al servizio regionale in
chiave futura, significa non assumere decine di giovani del Friuli
Venezia Giulia e nel contempo deregionalizzare quote importanti di
controllo e gestione del servizio. Come se ciò non bastasse, abbiamo
ragione di pensare che analoga scelta organizzativa possa essere fatta
per il personale di macchina dell’impianto di Udine. Cosa altrettanto
grave, che coinvolgerebbe circa venticinque macchinisti, portando così < a oltre trenta i lavoratori coinvolti. Una perdita di funzioni e di buoni posti di lavoro di fronte alla quale crediamo che la Regione Friuli Venezia Giulia non debba e non possa restare indifferente.
Per la Segreteria regionale Filt Cgil
Paolo Peretti