Commercio, i sindacati: no a modifiche della legge regionale
(Ansa) Nessuna rivisitazione peggiorativa della legge regionale sul Commercio verrà accettata da Cgil, Cisl e Uil del Friuli Venezia Giulia, perché se si metteranno in discussione le 29 domeniche di apertura, si dovrà ridiscutere tutto l’impianto della legge.
Lo hanno affermato i tre segretari confederali Franco Belci, Giovanni Fania e Luca Visentini, presentando oggi a Trieste la piattaforma di modifica della legge che verra’ consegnata alla Giunta regionale guidata da Renzo Tondo non appena convocherà l’incontro che – hanno detto – ha preannunciato.
Negativo è stato il giudizio espresso dai tre segretari su quello che hanno definito “il blitz” di alcuni consiglieri di maggioranza fermato in Consiglio regionale – a loro parere – con grande senso di responsabilità, da parte del Presidente Tondo, per portare a 32 il tetto delle aperture straordinarie. La mediazione trovata con l’assessore regionale Luca Ciriani – hanno osservato i tre sindacalisti – rappresenta un punto di equilibrio e le motivazioni addotte per la modifica sono strumentali.
Insieme a Susanna Pellegrini (Filcams Cgil), Paolo Duriavig (Fisascat Cisl) e Miriam Cerne (Uiltucs), i tre sindacati hanno illustrato le modifiche che proporranno al testo. Bisogna abbandonare il modello distributivo fondato sulla sovrapproduzione – hanno spiegato – che in regione ha introdotto forme estreme di precarietà. Si chiede di garantire e ampliare i servizi alla persona e alla famiglia in occasione delle aperture degli esercizi commerciali ma, soprattutto, di prevedere chiusure obbligatorie nelle festività infrasettimanali anche per gli ambiti turistici (Grado e Lignano) e i centri storici.
Chiesta anche l’abolizione delle deroghe concesse ai centri storici e ai centri turistici e sottolineata la necessità di introdurre la rotazione tra i dipendenti nello svolgimento del lavoro domenicale. Tra le richieste interventi di verifica, anche su segnalazione delle organizzazioni sindacali e associazioni di categoria, sul rispetto della normativa e della contrattazione collettiva. I sindacati hanno chiesto anche che