Contratto legno arredo, sciopero di 8 ore e manifestazione a Udine
Stop dell’intera giornata domani (venerdì 28 ottobre) per i lavoratori dell’industria del legno e dell’arredamento. Lo sciopero in regione interessa 10mila dei 18mila lavoratori del settore, quelli dipendenti da aziende che applicano il contratto Federlegno Confindustria, scaduto il 31 marzo di quest’anno. Oltre alle 8 ore di astensione dal lavoro, proclamate unitariamente dai sindacati di categoria per il blocco della trattativa sul rinnovo, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Fenal-Uil del Friuli Venezia Giulia hanno anche indetto una manifestazione regionale, che si terrà sempre domani dalle 10 alle 12 a Udine, in via dei Torriani, davanti alla sede di Confindustria.
Dietro alla rottura della trattativa in primo luogo le forti distanze tra domanda e offerta di incremento salariale: se i sindacati puntano ad aumenti medi compresi tra i 70 e i 100 euro, Federlegno propone un anticipo di 40 euro mensili, con possibilità di conguaglio negativo in caso di inflazione inferiore a quella programmata. Ad aumentare la distanza tra le parti la richiesta di Federlegno di aumentare dalle attuali 80 a 140 ore, peraltro non più contrattate, il tetto massimo di ricorso alla flessibilità, e di innalzare le soglie massime di ricorso ai contratti a termine e al lavoro interinale.
«Si tratta di proposte irricevibili», commentano i segretari regionali Emiliano Giareghi (Fillea), Gianni Barchetta (Filca) e Mauro Franzolini (Feneal), che lanciano ai lavoratori l’ennesimo appello alla mobilitazione: «Per sostenere non soltanto le rivendicazioni dei lavoratori del legno-arredo – dichiarano – ma per portare avanti una battaglia cruciale come quella sui rinnovi contrattuali, che interessa 9 milioni di lavoratori in Italia e oltre 200mila nella nostra regione, tutti col contratto scaduto e in attesa di rinnovo». Ma questo rinnovo contrattuale, concludono i segretari, «deve essere anche una spinta per la ripresa di un settore che ha perso oltre 5.000 posti di lavoro, indotto escluso, a causa della crisi, e che per invertire la rotta deve investire in qualità del lavoro e innovazione, puntando su prodotti ad alto valore aggiunto e fasce di mercato più elevate».
Dietro alla rottura della trattativa in primo luogo le forti distanze tra domanda e offerta di incremento salariale: se i sindacati puntano ad aumenti medi compresi tra i 70 e i 100 euro, Federlegno propone un anticipo di 40 euro mensili, con possibilità di conguaglio negativo in caso di inflazione inferiore a quella programmata. Ad aumentare la distanza tra le parti la richiesta di Federlegno di aumentare dalle attuali 80 a 140 ore, peraltro non più contrattate, il tetto massimo di ricorso alla flessibilità, e di innalzare le soglie massime di ricorso ai contratti a termine e al lavoro interinale.
«Si tratta di proposte irricevibili», commentano i segretari regionali Emiliano Giareghi (Fillea), Gianni Barchetta (Filca) e Mauro Franzolini (Feneal), che lanciano ai lavoratori l’ennesimo appello alla mobilitazione: «Per sostenere non soltanto le rivendicazioni dei lavoratori del legno-arredo – dichiarano – ma per portare avanti una battaglia cruciale come quella sui rinnovi contrattuali, che interessa 9 milioni di lavoratori in Italia e oltre 200mila nella nostra regione, tutti col contratto scaduto e in attesa di rinnovo». Ma questo rinnovo contrattuale, concludono i segretari, «deve essere anche una spinta per la ripresa di un settore che ha perso oltre 5.000 posti di lavoro, indotto escluso, a causa della crisi, e che per invertire la rotta deve investire in qualità del lavoro e innovazione, puntando su prodotti ad alto valore aggiunto e fasce di mercato più elevate».