Costi della politica, il Fvg intervenga subito
Quella dell’indennità di fine mandato dei consiglieri regionali, che si aggiunge al Tfr maturato sul posto di lavoro, sollevata recentemente da “Il Piccolo”, è una questione che stride davvero in un momento nel quale lavoratori dipendenti e pensionati, dopo essere stati ripetutamente taglieggiati dal Governo Berlusconi, subiscono anche il rigore senza equità del governo Monti. Colpisce da un lato la finalità dell’istituto, concepito come “sostegno al reinserimento” nel mondo del lavoro.
Va ricordato che i consiglieri hanno fatto una libera scelta di servizio alla collettività e, finito il mandato, dovrebbero rientrare naturalmente al posto di lavoro che, nel caso dei lavoratori dipendenti per legge gli è stato conservato e nel caso di liberi professionisti spesso non hanno mai abbandonato. Dall’altro lato sorprendono le modalità della contribuzione che, a quanto leggo, deriva per il 60% dai trattamenti dei consiglieri e per il 40% dalle casse della Regione.
Penso che, in attesa del taglio del numero dei consiglieri, che segue un percorso dai tempi obbligati, e degli altri provvedimenti di cui non si hanno più notizie, il Consiglio possa dare un primo segnale concreto abolendo questo istituto e risparmiando così una cifra considerevole, al netto dei diritti acquisiti. Il provvedimento del resto è stato già adottato da alcune regioni: da ultimo lo ha fatto la Lombardia con una legge bipartisan che prevede anche l’abolizione dell’aggancio ai trattamenti dei parlamentari per aggiornare i compensi sostituiti dai parametri Istat. Il tutto, peraltro, rimandato alla prossima legislatura.
Il nostro Consiglio potrebbe dare il buon esempio, intervenendo già con la legge finanziaria. Sarebbe davvero un bel segnale nei confronti di tutte quelle lavoratrici e di quei lavoratori che nel mondo del lavoro hanno una grande difficoltà a rimanere inseriti.
Franco Belci, segretario generale Cgil FVG