Cultura, il dovere di reperire nuovi fondi
È tutta sotto tiro tutta la cultura in Regione. Non solo i teatri, ma anche le associazioni e gli enti culturali finanziati finora con il sistema delle “tabelle” che prevedeva un’erogazione a pioggia, senza alcuna valutazione sulla qualità della produzione e alcuna distinzione sul ruolo da essi svolto rispetto all’interesse pubblico in termini di servizi erogati da personale qualificato, ovviamente assunto all’uopo. Trattandosi di un finanziamento a maglie larghe è stato possibile bypassare anche questioni di oggettivo rilievo istituzionale: alcuni di questi enti svolgono opera di conservazione di beni artistici, iconografici e archivistici tutelati dalle rispettive Sovrintendenze e soggetti ad obblighi di legge che, se non rispettati, comportano sanzioni penali.
In caso di chiusura la Regione avrebbe perciò l’obbligo, non solo morale, di acquisire e conservare questo materiale, il che comporterebbe sedi, costi e personale. Oggi, quando si presenta la necessità di scegliere, la Giunta, per cavarsela, procede alla decimazione di un intero settore che ha creato cultura, e spesso fatto sintesi delle specificità del Fvg, contribuendo a costruire un’identità fondata sulla consapevolezza del proprio passato. Chiediamo perciò che la Giunta operi quelle scelte che ha sempre rinviato: sia perciò mantenuto, pur in proporzione ai tagli, il finanziamento per gli enti che abbiano quelle caratteristiche. Il modo c’è: basta recuperare una quota dei 42 miliardi destinati in finanziaria alla benzina agevolata. Penso che i cittadini della Regione potranno sopportare un piccolo sacrificio per un anno se saranno certi che esso serva a mantenere un adeguato circuito culturale e con esso a salvaguardare molti posti di lavoro.
Franco Belci, segretario generale Cgil FVG