Diritti di cittadinanza, sabato 27 giugno manifestazione a Udine

No a un welfare regionale che discrimini le persone in base alla loro provenienza, come previsto dalla proposta di legge “Narduzzi” sull’accesso alle prestazioni sociali. No ai contenuti del ddl nazionale sulla sicurezza, all’istituzione del reato di clandestinità, alla logica dei respingimenti e alle chiusure degli ambulatori medici che assistono anche gli immigrati irregolari. Questi i motivi della manifestazione regionale in difesa dei diritti di cittadinanza che si terrà a Udine sabato 27 giugno, su iniziativa della Rete Diritti di Cittadinanza Friuli Venezia Giulia (Centro Balducci di Zugliano, Cgil, Rdb-Cub, Acli, Associazione Immigrati di Pordenone, Donne in Nero, associazioni La Tela e Officina del Mondo).
La manifestazione – come hanno spiegato ieri in conferenza stampa Renato Kneipp della segreteria regionale Cgil e don Pierluigi Di Piazza del centro Balducci di Zugliano – avrà luogo nel centro di Udine, con ritrovo in piazza San Giacomo alle 16. Alle 16.30 la partenza del corteo, che raggiungerà via Savorgnana, via Dante e via Roma, sosterà davanti alla stazione, per poi tornare verso il centro lungo via Percoto e via Manzoni. Il comizio finale, che vedrà intervenire tra gli altri il sindaco di Udine Furio Honsell, si terrà in piazza Venerio.
«Questa non vuole essere soltanto una manifestazione di denuncia – ha dichiarato don Di Piazza – ma anche un’occasione per avanzare proposte alle istituzioni. Come Rete dei Diritti, infatti abbiamo già presentato ai capigruppo del consiglio regionale un documento sui temi della sicurezza e dell’emigrazione. Dalla Giunta però non ci è ancora arrivata alcuna risposta». Renato Kneipp, da parte sua, ha espresso la forte preoccupazione della Cgil per la situazione regionale: «L’approvazione di una legge come quella proposta dalla Lega – ha dichiarato – sarebbe per il Friuli Venezia Giulia un vero e proprio primato negativo, in uno scenario nazionale già segnato da un pesante arretramento in materia di politiche sull’immigrazione».