Donne in politica, Friuli Venezia Giulia in ritardo

«Chiediamo a tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale di porre concretamente in essere tutte le azioni, non solo sul versante legislativo, necessarie a favorire e realizzare una partecipazione e una presenza autenticamente paritaria alla vita politica, amministrativa e istituzionale di questa regione». E’ quanto si legge in un documento con cui la Cgil Friuli Venezia Giulia, nello schierarsi a favore dell’approvazione della legge sulla doppia rappresentanza di genere in discussione martedì prossimo in Consiglio, sollecita anche «un monitoraggio teso a comprendere la presenza delle donne in tutte le assemblee elettive e negli organi di rappresentanza dei diversi enti di emanazione pubblica, oltre a una verifica della legislazione regionale nell’ottica della tutela delle differenze di genere e dello stato di attuazione delle norme già vigenti in materia».
Riguardo alla rappresentanza, la Cgil ritiene «di manifesta incoerenza costituzionale» la mancanza, nella legge elettorale di questa regione, di norme tese a favorire un effettivo equilibrio di genere nell’ambito del Consiglio. La Cgil ricorda infatti come, in base all’articolo 51 della Costituzione, le pari opportunità tra donne e uomini vadano promosse «con appositi provvedimenti», e che in questa direzione si è mossa tutta la legislazione nazionale e delle regioni. «Il fatto che le donne presenti nell’assemblea elettiva di questa regione siano decisamente poche – rimarca ancora la Cgil – deve far riflettere innanzitutto le istituzioni e coloro che ne fanno parte, perché tale situazione è un vulnus della nostra democrazia rappresentativa, che precarizza il principio costituzionale dell’eguaglianza sostanziale e della pari dignità di uomini e donne».