Doppia rappresentanza, il Consiglio regionale dia un segnale di civiltà
«Promuovere la rappresentanza di genere è uno di quegli obiettivi sui quali la politica può e deve saper trovare compattezza e intese trasversali, che superino gli steccati tra i partiti per perseguire obiettivi virtuosi nell’interesse della collettività». E’ l’appello che le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, con le responsabili pari opportunità Rossana Giacaz, Claudia Sacilotto e Magda Gruarin, rivolgono a tutte le forze, di maggioranza e opposizione, in vista del voto sulla proposta di legge in materia di doppia rappresentanza di genere, previsto per giovedì 25 marzo in Consiglio regionale.
«Una modifica legislativa che introduca anche per il rinnovo del Consiglio regionale il criterio della doppia rappresentanza di genere, come avviene per le elezioni amministrative, è un obiettivo irrinunciabile per il Friuli Venezia Giulia – affermano Giacaz, Sacilotto e Gruarin – non solo per andare nella direzione indicata dalla Corte Costituzionale, ma prima di tutto perché si tratta di un principio di civiltà rispetto al quale la nostra regione marca già un inaccettabile ritardo. Ritardo che si riflette sui livelli minimi di rappresentanza femminile all’interno del nostro Consiglio regionale, i più bassi d’Italia dopo quelli della Val d’Aosta. Esiste un impegno in tal senso della Giunta e l’emergenza Covid non basta a giustificare ulteriori rinvii, a quasi un anno e mezzo dalla bocciatura della precedente proposta di legge in materia: un ulteriore stop sarebbe un vero e proprio schiaffo alle donne, che reclamano i giusti spazi per partecipare ai processi decisionali di questa Regione, considerato tra l’altro che rappresentano il 51% della popolazione. Né vale più come giustificazione l’obiettivo dichiarato dalla Giunta di portare in aula una riforma elettorale complessiva nella quale recepire anche la doppia rappresentanza. Fissare fin d’ora questo giusto principio porterebbe finalmente il Fvg a colmare i suoi ritardi, senza impedirà di varare e discutere in seguito una nuova legge elettorale».