Emergenza Oss, servono più formazione e più assistenza a domicilio
«Sono venuti al pettine nodi che denunciavamo da anni. Concedere ulteriori slittamenti dei termini di adeguamento agli standard della riclassificazione, però, non sarebbe la risposta giusta, anche perché i requisiti da rispettare non riguardano soltanto la qualifica del personale di assistenza». Le segreterie regionali della Cgil e del suo Sindacato pensionati, lo Spi, commentano così le carenze di operatori socio sanitari evidenziate oggi con grande risalto dal Piccolo: «Quella messa a nudo dagli articoli di oggi – dichiarano Orietta Olivo (Cgil) ed Ezio Medeot (Spi) è un’emergenza sulla quale i sindacati hanno sollecitato più volte un intervento deciso della Regione, nella consapevolezza che l’Oss, in base al regolamento del 2015, diventa giustamente la figura assistenziale di riferimento nelle case di riposo, ma che esiste un forte esodo di operatori specializzati dalle case di riposo verso altri settori dove il trattamento contrattuale è migliore. Purtroppo l’offerta di corsi di formazione è stata nettamente inferiore alla domanda di addetti, anche a causa di uno scarso dialogo, nella passata legislatura, tra la Direzione generale alla Salute e l’assessorato al lavoro e alla Formazione».
Secondo la Cgil un ulteriore slittamento dei termini di adeguamento al regolamento di riclassificazione, dopo quello già deciso dalla giunta Fedriga, sarebbe però la risposta sbagliata: «Come prima cosa – precisano Olivo e Medeot – bisogna accelerare sulla formazione per cercare di colmare il divario tra domanda e offerta, per poi decidere eventuali proroghe, limitate però agli standard specifici relativi al personale».
L’altra leva su cui intervenire è quella dell’assistenza domiciliare: «Affrontata e risolta l’esigenza prioritaria di portare a termine la riclassificazione delle case di riposo innalzando gli standard residenziali e assistenziali – concludono Olivo e Medeot – la via privilegiata per far fronte all’incremento della richiesta di assistenza, inevitabile conseguenza dell’andamento demografico, deve essere quella dell’assistenza domiciliare. Vanno pertanto confermati e potenziati gli strumenti già disponibili su questo versante, nella consapevolezza che favorire la permanenza degli anziani nel proprio ambiente domestico e familiare è la soluzione preferibile sotto ogni punto di vista: assistenziale, economico, sociale e culturale».