Ferriera e comparto unico, le contraddizioni di Tondo

«Il sindacato non chiede soldi, ma pone problemi reali e pretende che la politica li affronti. Cosa che sulla questione Servola la Giunta regionale non ha mai fatto, né sotto la gestione Tondo né da quanto, nel 2002, Antonione avviò il piano di chiusura della Ferriera». Il segretario della Cgil Fvg Franco Belci replica così alle parole del presidente della Regione Renzo Tondo, che lunedì, in occasione dello sciopero della Ferriera, aveva puntato il dito contro il sindacato.
«Il governatore – dichiara Belci – ha mischiato le carte e ci ha accusato di chiedere soldi per tutti: sia per i lavoratori colpiti dalla crisi, sia per i dipendenti pubblici del comparto unico, in lotta – dice lui – per 100 euro al mese. In entrambi i casi il sindacato difende diritti: per i lavoratori di Servola il diritto al lavoro, per quelli del comparto il diritto al contratto, che è scaduto da due anni. E la Giunta, in entrambi i casi, non è stata capace di trovare soluzioni: un’incapacità che Tondo oggi vorrebbe scaricare sui lavoratori, usando come paravento la crisi e cercando di scatenare guerre tra poveri».
Quanto a Servola, per Belci «il vuoto lasciato dalla Ferriera sarà incolmabile senza un grande piano di investimenti pubblici e privati, accompagnato da un tenace lavoro di programmazione». Di fronte a questa evidenza, insiste il segretario, la Giunta non può usare come giustificazione i tanti fronti di crisi aperti in regione: «La questione Servola nasce ben prima di questa crisi. Dal 2002 a oggi Regione e amministrazioni locali hanno navigato a vista, incapaci di lavorare a soluzioni concrete per garantire un futuro ai lavoratori della Ferriera. Certo, per gestire la chiusura serviranno anche ammortizzatori sociali e percorsi di formazione. Che cadranno nel nulla, però, se il tessuto industriale della città, già ridotto ai minimi termini, non troverà alternative reali a quello che oggi è uno dei suoi principali insediamenti».