Finanziaria “povera”, il giudizio è rimandato a luglio
Quella approvata dal Consiglio è una finanziaria regionale pesantemente condizionata dal miliardo di tagli dallo Stato, dai vincoli di spesa derivanti dal patto di stabilità e soprattutto all’impossibilità di avvalersi dell’avanzo di amministrazione che sarà utilizzabile solo dopo la certificazione estiva della Corte dei Conti. Daremo dunque un giudizio definitivo solo a luglio.
Nell’immediato, siamo ovviamente preoccupati soprattutto per sociale e sanità. Nel primo caso abbiamo sostenuto che le risorse andavano concentrate il più possibile sulle voci di interesse generale anche sacrificando quelle puntuali, come nel caso del bonus bebè. Per quanto riguarda la sanità, preferiamo, come abbiamo sempre detto, un confronto impegnativo sulla riorganizzazione piuttosto che i tagli lineari su aziende e distretti dei quali nessuno poteva prevedere gli effetti.
La difficoltà, che non sottovalutiamo, deriva dal fatto che, mentre i tagli vengono fatti in partenza, la riorganizzazione ha necessariamente tempi più lunghi. Da questo punto di vista abbiamo detto da subito che se i risparmi non dovessero essere quelli attesi, con la manovra estiva sarà indispensabile rabboccare il serbatoio. Valutiamo invece positivamente la norma con la quale si definisce un percorso condiviso tra Regione ed Enti locali per il recupero dell’evasione che nel 2012 in Fvg è ammontata a 1,225 miliardi, coi quali la qualità della spesa pubblica sarebbe molto migliore. Ed abbiamo apprezzato pure gli investimenti sulla cultura, compreso l’intervento sul “Verdi” di Trieste, che difende un patrimonio che appartiene alla regione intera. Sul lavoro è necessario coordinare tutti gli strumenti in un unico programma per spendere in maniera mirata e utilizzare al meglio i fondi europei.
Infine, una risposta a quanti ci accusano di non aver portato le bandiere sotto il Consiglio per contestare le scelte della Giunta, per una sorta di “par condicio”. Sono gli stessi che hanno regalato a Tremonti 370 milioni che oggi avrebbero fatto molto comodo e che si scordano perfino che nella scorsa finanziaria hanno fatto un accordo col sindacato sull’abbattimento del 50% dell’addizionale regionale Irpef per i redditi sotto i 15mila euro costruendovi poi sopra i manifesti elettorali.
Forse se ci avessero ascoltato di più avrebbero visto meno bandiere, vere o immaginarie, visto che sono state quattro le manifestazioni contro la Giunta Tondo: due unitarie (contro la legge che penalizzava gli immigrati nell’accesso al welfare e contro quella su ronde e sicurezza care alla Lega) e due come Cgil (contro i tagli lineari in sanità e contro lo svuotamento per legge della contrattazione). Ma evidentemente le bandiere della Cgil hanno un effetto moltiplicatore sulle sensibilità del centro-destra.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg