Finanziaria regionale, i nodi riguardano Sanità e personale
Sapevamo che la crisi avrebbe influito sulla finanziaria determinando tagli profondi. Il problema era con quali criteri e modalità distribuirli. Proprio per questo però
Ne è sortito qua e là qualche risultato, soprattutto sul fronte della cultura, dove l’assessore Molinaro è riuscito a tamponare evitando collassi di interi settori. Incrementate, ma non ancora sufficienti, le risorse per le Ater. Negativo invece il giudizio sul fronte della sanità e del personale. Ancora una volta con l’assessore alla Salute non è stato possibile alcun incontro, che ha eluso nonostante gli impegni assunti. C’è ancora incertezza perciò sulle risorse e sulla loro destinazione e continua a mancare la necessaria trasparenza e correttezza nei confronti dei soggetti istituzionali (Comuni) e sociali. Vien da dire che la più grande riforma per
Quanto al personale, la scelta condivisibile di porre obbligatoriamente in quiescenza i dipendenti regionali che abbiano maturato 40 anni di contributi è condivisibile purché non vi siano deroghe od eccezioni a discrezione della Giunta. Rimangono peraltro punti di netta contrarietà e una serie di nodi irrisolti. Abbiamo ripetuto all’assessore Garlatti che eravamo disponibili a discutere di esodi incentivati nell’ambito di una logica di riforma complessiva del sistema e di copertura del turn-over con nuove assunzioni. Invece si intende solo fare cassa e la copertura del turn-over si limita al 20%, mettendo in discussione l’efficienza dei servizi.
Infine, la trattativa sul contratto regionale del comparto unico procede a rilento, in una situazione di incertezza sui dati relativi alle risorse, che l’Areran modifica di volta in volta creando solo confusione. Anche in questo caso abbiamo chiesto alle parti datoriali un confronto che sgomberi il campo da equivoci e interpretazioni e ci faccia capire quali sono le reali posizioni in campo, per tentare di ridare linearità alla trattativa e chiuderla con un accordo. Ma anche in questo caso l’assessore alla Funzione pubblica, come quello alla Sanità, invece di puntare alla chiarezza, preferisce affidarsi alle fumisterie del Presidente dell’Areran. Siccome questo organismo e questo Presidente altro non producono, meglio la trattativa diretta coi datori di lavoro. Almeno dovranno assumersi direttamente le loro responsabilità.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg