Formazione dipendenti pubblici, eliminare i carrozzoni
Nel piano per il lavoro varato dalla Cgil nello scorso aprile abbiamo indicato
nella riforma della pubblica amministrazione una delle leve decisive per uscire
dalla crisi. In questa prospettiva la formazione professionale del personale
del comparto unico costituisce uno strumento decisivo.
Nella scorsa legislatura non è stato possibile discutere con la Giunta regionale di questo
tema. L’allora assessore ha preferito seguire la strada dell’autoreferenzialità
e istituire l’ennesimo organismo che si aggiunge alla pletora di enti ai quali
vengono affidati compiti che sarebbero propri della Regione: la Fondazione scuola per
la formazione della Funzione pubblica. Un contenitore privo di contenuti:
nessun masterplan, nessun coinvolgimento dei rappresentanti dei lavoratori,
pochissime idee. Ma poltrone sì, di cui sembra addirittura due per Garlatti,
direttore scientifico e pare anche membro del Cda, che conta cinque componenti
(estendibili per statuto a 8 su ibniziativa dello stesso Cda, più un eventuale
segretario). Con costi ovviamente a carico della Regione e del sistema degli
Enti locali.
Non ci siamo stupiti di trovare in una posizione lautamente retribuita l’ex
assessore, che aveva ideato la scuola pensando, evidentemente, anche al suo
futuro e collezionando l’ennesimo incarico nel sistema degli enti locali. Ma
continuiamo a chiederci perché aggiungere sovrastrutture e costi (lo Statuto
prevede ovvviamente anche un organo di controllo) a una funzione che la direzione
regionale della Funzione pubblica è perfettamente in grado di assumere su di
sé, discutendone i contenuti con il sistema degli enti locali e con le
organizzazioni sindacali e operando una programmazione pluriennale? Una scelta
singolare, tanto più in tempi di austerità. Chiediamo perciò alla Regione di
tornare indietro, eliminando carrozzone, poltrone e relativi stipendi, e di
discutere un percorso condiviso per conseguire un obiettivo che è interesse
comune delle amministrazioni e delle organizzazioni che rappresentano i
lavoratori.
Franco Belci, segretario generale Cgil FVG