Gioco del rispetto, un progetto valido dagli obiettivi consivisibili
La dimensione assunta dalla vicenda del “gioco del rispetto” che ha investito in questi giorni il Comune di Trieste è spropositata: dovuta a un po’ a qualche difetto di comunicazione e molto alla malafede e alla volontà di strumentalizzazione.
Forse sarebbe stato auspicabile un più largo e profondo coinvolgimento dei genitori: questo tuttavia non può far dimenticare che l’adesione al progetto è volontaria e che ogni scuola può operare delle scelte all’interno delle proposte contenute nel pacchetto didattico, come già sta avvenendo. La Cgil ritiene il progetto valido, con strumenti che sono rapportati alla sensibilità dei bambini: compito del corpo docente utilizzarli al meglio. L’iniziativa ha infatti l’obiettivo, del tutto condivisibile, di far crescere nei bambini la consapevolezza della differenza quale strumento per costruire un rapporto di rispetto tra i generi che è alla base, tra l’altro, della lotta alla violenza nei confronti delle donne. Del resto i bambini sono esposti sui media e sul web ad un bombardamento al quale è bene rispondere anche con anticorpi educativi e didattici.
Non si tratta di sottrarre materia alla responsabilità delle famiglie, ma di realizzare l’obiettivo nell’unico contesto che può favorirne l’apprezzamento: quello dell’educazione scolastica, nella quale emergono i primi confronti tra i sessi fuori dall’ambito familiare. Riteniamo, in questa prospettiva, grottesche le interpretazioni che sono state date all’iniziativa, inaccettabili le strumentalizzazioni e inqualificabili le posizioni di qualche quotidiano legato al centro destra che ha condiviso quella rappresentazione della donna attraverso il suo corpo che, essa si, ha contribuito a deteriorare i rapporti di genere.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg