Gorizia, cambio al vertice per la Fiom
E’ Livio Menon il nuovo segretario della Fiom Cgil Gorizia. L’elezione è avvenuta oggi al termine dell’assemblea generale riunitasi nella sede di Monfalcone, che ha designato all’unanimità (24 voti favorevoli, 2 astenuti) il successore di Thomas Casotto alla guida della categoria nell’isontino, dove la Fiom conta 1.700 dei suoi 8.100 iscritti complessivi in regione.
Friulano di Aquileia, Menon ha 55 anni e vanta una lunga esperienza nel sindacato dei metalmeccanici, categoria nella quale è rientrato due anni fa dopo un’esperienza in Fillea (legno e costruzioni). Nel suo curriculum spiccano gli anni alla Eaton, dove come coordinatore delle Rsu Fiom ha gestito la fase più difficile di quella che resta la vertenza più dura per il territorio della provincia negli ultimi anni, con duecento posti di lavoro persi. «Ma la crisi che ha colpito in modo così pesante la Eaton e tante altre realtà del manifatturiero – dichiara Menon – non può dirsi ancora superata. Forse è finita l’emorragia di posti di lavoro, ma ancora non si intravedono veri segnali di recupero, come dimostrano i dati sul mercato del lavoro, a dispetto della propaganda del Governo sul jobs act. Per incominciare a risalire la china è indispensabile riprendere in mano, a livello nazionale come su scala regionale, le leve di una politica industriale degna di questo nome, fondata sulla ripresa della domanda interna e sul rilancio del manifatturiero».
Politiche industriali, dunque, ma non solo. Menon lancia anche un appello per un rapporto diverso tra le grandi imprese e il territorio. A partire da Fincantieri, «che continua a sottrarsi – dichiara ancora Menon – a un confronto vero sulle grandi questioni poste dall’impatto non solo economico, ma anche sociale, del cantiere».
Friulano di Aquileia, Menon ha 55 anni e vanta una lunga esperienza nel sindacato dei metalmeccanici, categoria nella quale è rientrato due anni fa dopo un’esperienza in Fillea (legno e costruzioni). Nel suo curriculum spiccano gli anni alla Eaton, dove come coordinatore delle Rsu Fiom ha gestito la fase più difficile di quella che resta la vertenza più dura per il territorio della provincia negli ultimi anni, con duecento posti di lavoro persi. «Ma la crisi che ha colpito in modo così pesante la Eaton e tante altre realtà del manifatturiero – dichiara Menon – non può dirsi ancora superata. Forse è finita l’emorragia di posti di lavoro, ma ancora non si intravedono veri segnali di recupero, come dimostrano i dati sul mercato del lavoro, a dispetto della propaganda del Governo sul jobs act. Per incominciare a risalire la china è indispensabile riprendere in mano, a livello nazionale come su scala regionale, le leve di una politica industriale degna di questo nome, fondata sulla ripresa della domanda interna e sul rilancio del manifatturiero».
Politiche industriali, dunque, ma non solo. Menon lancia anche un appello per un rapporto diverso tra le grandi imprese e il territorio. A partire da Fincantieri, «che continua a sottrarsi – dichiara ancora Menon – a un confronto vero sulle grandi questioni poste dall’impatto non solo economico, ma anche sociale, del cantiere».