Grande distribuzione senza contratto. Il 28 maggio sarà ancora sciopero
Ancora uno sciopero per la grande
distribuzione. E’ stato proclamato per l’intera giornata di sabato 28 maggio e sarà
il terzo dall’avvio della vertenza sul contratto 2016-2018, cominciata con
l’uscita di Federdistribuzione da Confcommercio e già segnata da due scioperi,
il 7 novembre e il 19 dicembre 2015.
Questa nuova mobilitazione, che
in Friuli Venezia Giulia interesserà circa 15mila lavoratori e sarà
accompagnata da una manifestazione regionale al Città Fiera di Udine, è stata
decisa unitariamente dalle segreterie nazionali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e
Uiltucs-Uil dopo la nuova rottura del tavolo di trattativa con
Federdistribuzione, consumatasi lo scorso 13 aprile.
A confermarlo la
segretaria della Filcams-Cgil Fvg Susanna Pellegrini, a margine di un attivo
regionale della categoria (nella foto la platea dei delegati), convocato a Udine proprio in vista dello sciopero e
del sit-in del 28 maggio.
«I sindacati – spiega Pellegrini
– giudicano irricevibile la proposta di incremento salariale presentata da
Federdistribuzione, che prevede una massa totale di aumenti pari a 1.831 euro
nel triennio 2016-2018, contro i 3.000 del contratto Confcommercio, siglato già
a marzo 2015. Contratto che ha già portato un aumento salariale medio di 30
euro, 45 con lo scatto del 1° giugno prossimo, contro i 15 euro mensili di
scatto che Federdistribuzione erogherà unilateralmente sempre dal 1° giugno. E’
scandaloso – prosegue la segretaria della Filcams- che a 28 mesi dall’avvio del
negoziato e dopo 18 mesi senza contratto si arrivi a una proposta simile, che
suona come una presa in giro ai lavoratori, tanto più che a presentarla è il
comparto più forte della distribuzione, quello che ha subito in maniera
inferiore rispetto ai piccoli gli effetti del calo dei consumi».
Ma le distanze sono enormi anche
sulla parte normativa, dal momento che Federdistribuzione punta a introdurre articoli
che consentano alle aziende deroghe unilaterali al contratto, anche in assenza
di accordi con la rappresentanze sindacali. «L’andamento della trattativa –
spiega ancora Pellegrini – dimostra in modo chiaro la volontà di
Federdistribuzione di utilizzare questo rinnovo come cavallo di Troia per
peggiorare le condizioni di lavoro dei dipendenti, anche attraverso l’uscita
dagli enti bilaterali e la privatizzazione degli strumenti di assistenza e
previdenza integrativa».
Da qui, per la Filcams l’esigenza di una nuova, forte risposta
dei lavoratori alla mobilitazione. «In particolare – conclude Pellegrini – in
una regione dove la grande distribuzione ha cannibalizzato il settore,
sull’onda di una deregulation che deve essere assolutamente fermata, non
soltanto sul piano legislativo ma anche sul versante contrattuale».
distribuzione. E’ stato proclamato per l’intera giornata di sabato 28 maggio e sarà
il terzo dall’avvio della vertenza sul contratto 2016-2018, cominciata con
l’uscita di Federdistribuzione da Confcommercio e già segnata da due scioperi,
il 7 novembre e il 19 dicembre 2015.
Questa nuova mobilitazione, che
in Friuli Venezia Giulia interesserà circa 15mila lavoratori e sarà
accompagnata da una manifestazione regionale al Città Fiera di Udine, è stata
decisa unitariamente dalle segreterie nazionali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e
Uiltucs-Uil dopo la nuova rottura del tavolo di trattativa con
Federdistribuzione, consumatasi lo scorso 13 aprile.
A confermarlo la
segretaria della Filcams-Cgil Fvg Susanna Pellegrini, a margine di un attivo
regionale della categoria (nella foto la platea dei delegati), convocato a Udine proprio in vista dello sciopero e
del sit-in del 28 maggio.
«I sindacati – spiega Pellegrini
– giudicano irricevibile la proposta di incremento salariale presentata da
Federdistribuzione, che prevede una massa totale di aumenti pari a 1.831 euro
nel triennio 2016-2018, contro i 3.000 del contratto Confcommercio, siglato già
a marzo 2015. Contratto che ha già portato un aumento salariale medio di 30
euro, 45 con lo scatto del 1° giugno prossimo, contro i 15 euro mensili di
scatto che Federdistribuzione erogherà unilateralmente sempre dal 1° giugno. E’
scandaloso – prosegue la segretaria della Filcams- che a 28 mesi dall’avvio del
negoziato e dopo 18 mesi senza contratto si arrivi a una proposta simile, che
suona come una presa in giro ai lavoratori, tanto più che a presentarla è il
comparto più forte della distribuzione, quello che ha subito in maniera
inferiore rispetto ai piccoli gli effetti del calo dei consumi».
Ma le distanze sono enormi anche
sulla parte normativa, dal momento che Federdistribuzione punta a introdurre articoli
che consentano alle aziende deroghe unilaterali al contratto, anche in assenza
di accordi con la rappresentanze sindacali. «L’andamento della trattativa –
spiega ancora Pellegrini – dimostra in modo chiaro la volontà di
Federdistribuzione di utilizzare questo rinnovo come cavallo di Troia per
peggiorare le condizioni di lavoro dei dipendenti, anche attraverso l’uscita
dagli enti bilaterali e la privatizzazione degli strumenti di assistenza e
previdenza integrativa».
Da qui, per la Filcams l’esigenza di una nuova, forte risposta
dei lavoratori alla mobilitazione. «In particolare – conclude Pellegrini – in
una regione dove la grande distribuzione ha cannibalizzato il settore,
sull’onda di una deregulation che deve essere assolutamente fermata, non
soltanto sul piano legislativo ma anche sul versante contrattuale».