I sindacati scuola: avvio difficile per i centri istruzione adulti
Il confronto
tra i sindacati e l’assessorato regionale all’istruzione e alla formazione deve
essere potenziato e reso sistematico, anche attraverso l’attivazione di tavoli
specifici sui temi più importanti. A chiederlo le segreterie regionali di
Snals-Confsal, Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, nel corso di un incontro con
l’assessore Loredana Panariti, convocato in occasione dell’avvio dei Centri
provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia). L’appuntamento è stato
l’occasione anche per un esame della situazione generale in vista del prossimo
anno scolastico, alla luce delle criticità in materia di organici docenti e
Ata, edilizia scolastica, dimensionamento, sostegno.
CPIA. Sui
Cpia i sindacati hanno lamentato il mancato coinvolgimento delle parti sociali
nella fase di avvio. «Il rischio –
dichiarano i segretari regionali Adriano Zonta (Cgil), Donato Lamorte (Cisl),
Giovanni Zanuttini (Snals) e Ugo Previti (Uil) – è che i Cpia vengano avviati
con organici inadeguati e con gli incarichi dirigenziali assegnati in reggenza
sia per la figura del dirigente scolastico sia per quella del Dsga». E se
l’assessore Panariti ha ricordato i tempi brevi e le difficoltà della
gestazione dei Cpia, i sindacati hanno sottolineato la limitatezza delle
risorse di organico previste a livello ministeriale e la problematicità dei
modelli organizzativi, anche in relazione alle caratteristiche dei territori
più grandi, come le province di Udine o Pordenone, dove sarebbe opportuno
realizzare un maggiore decentramento delle iscrizioni e delle attività».
ORGANICI. Ma
l’incontro, come detto, è servito per mettere a fuoco alcune questioni aperte
nel mondo della scuola, attinenti a organici, precari, sicurezza delle scuole e
sostegno ai disabili. In tema di organici, in particolare, in vista
dell’attuazione del Titolo V della Costituzione, che affida tale materia alle
Regioni, e della ormai imminente apertura della fase di definzione
dell’organico di fatto, i sindacati sollecitano la Regione a sviluppare
un’azione politica anche presso il Ministero, «per garantire alle scuole della
regione le condizioni di partenza per realizzare un’offerta formativa di
qualità e assicurare così adeguati livelli di istruzione in tutti i territori e
per tutte le fasce di età»