In campo per difendere le ragioni del lavoro e della specialità
«La Cgil è pienamente decisa a cambiare l’agenda di questo Governo. Un’agenda dove parole come lavoro ed equità occupano un posto sempre meno importante. Per questo saremo in piazza sabato a Roma, per far sentire la voce del Friuli Venezia Giulia, delle centinaia di aziende e delle migliaia di lavoratori colpiti dalla crisi anche in questa regione». A dichiararlo il segretario regionale della Cgil Franco Belci, in occasione del direttivo riunito oggi a Udine per esaminare i contenuti della legge di stabilità varata dal Governo e per definire le ultime modalità della partecipazione alla manifestazione nazionale “Il lavoro prima di tutto”, indetta dalla Cgil per sabato 20 ottobre.
«La legge di stabilità – spiega Belci – conferma e rafforza i motivi alla base della manifestazione. Si tratta di una manovra alla quale guardiamo con preoccupazione non solo per le scelte in materia di politica economica e fiscale, ma anche per le sue ricadute sui rapporti tra lo Stato centrale e le Regioni. Per il Fvg si profila addirittura un taglio di un miliardo, a regime, rispetto alle attuali disponibilità di bilancio. Un banco di prova durissimo, ma la questione non è solo economica: la nostra autonomia speciale è un valore e una risorsa da difendere comunque, anche se non sarà più una specialità ricca come in passato».
La Cgil, da parte sua, è decisa a contrastare con forza le scelte del Governo, portando avanti le sue priorità sia a livello nazionale che a livello regionale. Priorità rispetto alle quali saranno valutati anche i programmi dei candidati e delle forze politiche in corsa alle elezioni regionali del 2013: «La Cgil è pronta a dare il suo contributo al confronto con i candidati presidenti e con i partiti, portando in primo piano i temi del lavoro, del welfare, delle politiche per la crescita. Questo nella consapevolezza che solo un confronto vero e trasparente con i cittadini, la società civile e le associazioni di rappresentanza può contrastare la crisi di credibilità e di rappresentatività che colpisce la politica e i partiti».