La Cgil a Blasoni: sulla social card trionfalismi fuori luogo

«Misure come la social-card sono l’espressione di un welfare minimale, che compensa le carenze del servizio pubblico con un ricorso crescente al privato». Giuliana Pigozzo, responsabile welfare della segreteria regionale Cgil, replica così alle dichiarazioni del consigliere Massimo Blasoni in difesa della social-card e dell’intervento regionale a integrazione della carta acquisti.
«Quello di Blasoni – commenta la Pigozzo –  è un trionfalismo fuori luogo, visto il numero di beneficiari della social-card, largamente inferiore alle attese, e i forti ritardi nell’erogazione dell’intervento aggiuntivo già deciso dalla Giunta. Ciò che colpisce nelle sue dichiarazioni, inoltre, è l’assenza di proposte orientate a definire adeguate politiche di rafforzamento dei servizi pubblici e di contrasto alla povertà, che dovrebbero essere invece la prima preoccupazione delle istituzioni e dell’amministrazione regionale». Politiche che per la Cgil dovrebbero avere come obiettivo prioritario quello di coniugare il sostegno economico alle persone in difficoltà con efficaci programmi di inserimento sociale e lavorativo. «Il reddito di base varato nella precedente legislatura, sia pure con qualche difficoltà legata alla novità dello strumento,  rappresentava l’avvio di una politica regionale strutturata su questo versante, rispetto alla quale il nuovo Fondo sulle povertà è davvero ben poca cosa», dichiara ancora la segretaria.
«Strumentali», secondo la Pigozzo , i rilievi di Blasoni rispetto ai ritardi che avevano rallentato l’attuazione del Reddito di base e della Carta famiglia: «Le lungaggini burocratiche di cui parla Blasoni derivano da problemi che potrebbero essere tranquillamente risolti, se chi le governa ci credesse per davvero. Il guaio è che molto spesso non si risolvono proprio per giustificare un maggiore ricorso ai privati».