La Cgil: il 2016 anno chiave per le riforme
«Condividiamo con la presidente la consapevolezza che il 2016 sarà l’anno chiave per il percorso riformatore avviato dalla Giunta. Questo vale sia per riforme già approvate come quella della sanità, che deve ancora entrare nella sua fase attuativa, anche attraverso le necessarie assunzioni di personale, sia per quelle che ancora in cantiere, come quella delle autonomie locali». Il segretario regionale della Cgil Franco Belci commenta così le dichiarazioni rilasciate da Debora Serracchiani e dagli assessori in occasione della conferenza stampa di fine anno, ponendo l’accento sul tema delle riforme: «A partire – rileva – da quella degli enti locali, che rappresenta il principale punto interrogativo dell’attuale fase politica regionale, sia per la farraginosità della norma, sia per le strumentalizzazioni di tipo campanilistico che essa ha scatenato, in un dibattito complicato da proposte inapplicabili e fini a se stesse come quelle della città metropolitana. Proposte – aggiunge il segretario – che la presidente fa bene a considerare superate, nonostante la maniacale insistenza di chi continua a sostenerle». Tra i dati positivi emersi dalle parole della Giunta, per Belci, «c’è l’obiettivo annunciato dal vicepresidente di porre un tetto per legge alle aperture festive degli esercizi commerciali, che può e deve segnare l’avvio di un’indispensabile inversione di tendenza rispetto alla deregulation di un settore dove si è giunti alla provocazione delle aperture nel giorno di Natale, segno di una totale mancanza di considerazione nei confronti dei lavoratori e delle loro famiglie». Prudenza invece sull’occupazione: «A dispetto dell’ottimismo dell’assessore Panariti – dichiara Belci – dal mercato del lavoro non arrivano ancora chiari sintomi di ripresa, come rivela un tasso di disoccupazione che è il più alto del Nordest e un numero di occupati che si assesta sui valori medi del 2014, i più bassi da 15 anni a questa parte. Al massimo si può dire che l’emorragia di posti di lavoro si è fermata, ma purtroppo senza segnali di recupero, soprattutto sull’occupazione giovanile».