La Cgil: l’occupazione tiene, ma dall’economia segnali negativi

Il mercato del lavoro del Fvg tiene, ma preoccupano i segnali negativi che vengono dall’economia, confermati dalla recrudescenza della cassa integrazione. Questo, in sintesi, il quadro tracciato dal segretario regionale della Cgil Franco Belci nella conferenza stampa di fine anno tenutasi oggi a Udine. «Il 2012 che sta per incominciare – ha detto il segretario – non parte purtroppo con buone premesse, anche alla luce di una manovra nazionale che rischia di avere pesanti effetti recessivi e che ha condizionato pesantemente anche le misure della finanziaria regionale 2012».
Obbligate, quindi, molte delle scelte prese dalla Giunta e dal Consiglio regionale, «costretti a rivedere anche quelle poche misure i sostegno alla crescita che erano state programmate». Una retromarcia obbligata, ha commentato Belci, «ma che fa assumere un tono grottesco ai manifesti elettoralistici di cui il Governatore ha improvvidamente tappezzato la regione». Quanto alle critiche del Sole 24 Ore nei confronti dell’amministrazione regionale, il segretario non ha voluto entrare nel merito, ma ha sottolineato come «l’immagine della Giunta sia effettivamente lontana da quei valori di sobrietà ed efficienza dichiarati dal governatore, clamorosamente smentiti del resto anche dal rinvio al 2013 degli interventi sui vitalizi dei consiglieri».
Al centro dell’analisi di Belci anche welfare e commercio. Il segretario ha infatti ribadito la contrarietà della Cgil all’azienda unica prospettata dalla Giunta: «Si tratta solo di ingegneria istituzionale, se si vuole razionalizzare la spesa gli interventi da fare sono altri, e siamo pronti a formulare le nostre proposte, a patto che sulla riforma sanitaria la Regione intenda avviare un vero confronto, invece di pensare a scelte calate dall’alto su lavoratori ed enti locali». Confermato anche il giudizio negativo alla liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi, conseguenza delle scelte del Governo nazionale: «Non è così – ha rimarcato Belci – che si  contrasta la crisi dei consumi, crisi determinata dalla caduta dei redditi reali. Il problema, adesso, è quello di contrastare la crescente precarietà che caratterizza il settore, anche per effetto delle aperture domenicali».
Per quanto riguarda i dati su economia e mercato del lavoro, le statistiche forniscono un quadro contrastante sullo scenario economico e occupazionale. Sicuramente positiva la discesa del tasso di disoccupazione, passato dal 5,8% di fine 2010 al 4,1% di metà 2011, ma  in un contesto sempre più segnato dalla precarietà, visto e considerato che le assunzioni a tempo indeterminato sono soltanto il 10,9% del totale, contro il 48% dei contratti a termine, il 16% del lavoro somministrato (interinali) e il 10,9% dei parasubordinati. Ma a destare preoccupazione è anche la ripresa della cassa integrazione negli ultimi mesi: dopo un primo semestre in cui le ore autorizzate sono scese complessivamente del 30% rispetto al 2010, infatti, da luglio a novembre i valori si sono nuovamente assestati sui livelli dell’anno precedente (+3%).
«Ma i lavoratori – ha ricordato Belci – non sono solo cifre. Dietro a quei numeri ci sono situazioni di disagio sempre più forte, o addirittura di povertà. Quindi servono non solo strumenti di emergenza come la cassa in deroga, ma interventi strutturali in grado di evitino che la crisi e la perdita di reddito si trasformi in un’emergenza occupazionale e sociale. Quanto alla cassa in deroga, tra l’altro, l’assessore ha ricordato che l’ultimo accordo garantisce la copertura solo fino al primo semestre 2012». Per far fronte alla precarietà, inoltre, Belci auspica interventi a livello nazionale, «capaci di disincentivare i contratti atipici rispetto a quelli a tempo indeterminato».