La voce contro di Cremaschi: no ai collateralismi col Pd
Nel dibattito congressuale della Cgil Fvg non sono mancate voci critiche rispetto all’impostazione espressa da Franco Belci e dal documento congressuale che fa capo alla segretaria generale Susanna Camusso. Da registrare, in particolare, l’intervento di Giorgio Cremaschi, leader della rete 28 aprile e primo firmatario della mozione “Il sindacato è un’altra cosa”, alternativa al documento Camusso. «La debolezza dei lavoratori italiani e l’aumento del divario tra ricchi e poveri provocato dalla crisi – ha detto Cremaschi – sono lo specchio della debolezza del sindacato e della Cgil, che deve porsi per prima la questione dell’indipendenza dagli schieramenti politici: in particolare deve finire qui il collateralismo col Pd, che in Italia è il più grande sostenitore delle politiche di austerity imposte dalla Germania. Lo dimostra la vergogna del decreto lavoro, che offre all’Europa la precarietà come biglietto da visita delle nostre politiche di risanamento».
Errori strategici, per Cremaschi, hanno segnato anche il percorso congressuale, «che ha visto la prima spaccatura dopo l’accordo sulla rappresentanza del 10 gennaio, allargatasi con l’insediamento del Governo Renzi». Ribadito anche il no al testo unico del 10 gennaio: «Un accordo sbagliato, perché i contatti sbagliati vanno contrastati anche se sono firmati a maggioranza. Quella sulle sanzioni, inoltre, è una regola mostruosa e che andrà a colpire soprattutto i delegati Cgil».