Lotta alla violenza sulle donne, le proposte dei sindacati alla Giunta
Una capillare rendicontazione di tutte le iniziative messe in campo, a livello regionale e locale, per contrastare ogni forma di violenza sulle donne: da quella perpretrata in ambiente domestico e familiare, la più diffusa, fino alle molestie e alle discriminazioni sul lavoro, un fenomeno troppo spesso sottovalutato. E’ quanto chiedono alla Giunta regionale le segreterie di Cgil, Cisl e Uil Fvg, nell’ambito del protocollo contro la violenza sulle donne, presentato dai sindacati alla fine del 2013 e al centro, questa mattina a Palmanova, di un incontro pubblico con la presidente Debora Serracchiani e l’assessore alla Sanità e alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca.
«La rendicontazione sociale – ha spiegato nella sua relazione introduttiva Iris Morassi, della segreteria regionale Cisl – deve rappresentare il modello di riferimento delle azioni intraprese a ogni livello di governo. Azioni che chiediamo di ricondurre ad una rete, con una regia regionale comune capace di coinvolgere tutti i soggetti pubblici e privati che a vario titolo partecipano alla lotta contro la violenza. Si tratta di una battaglia che deve essere vinta non soltanto sul fronte del diritto, della repressione e dell’assistenza alle vittime e agli stessi violenti, ma anche sul piano culturale, con iniziative di sensibilizzazione e prevenzione che devono partire dalle scuole. Questo l’obiettivo delle proposte discusse oggi, che inseriremo in un documento programmatico da consegnare nelle prossime settimane alla Giunta».
Numerosi gli interventi delle tante associazioni che operano nei vari territori della nostra regione. Tra questi anche quello di Chiara Cristini, ricercatrice dell’Ires Fvg e referente regionale per le Pari opportunità. Cristini si è soffermata in particolare su un fenomento colpevolmente sottovalutato, quello delle discriminazioni di cui sono vittime le donne in ambito lavorativo. Allarmante il fenomeno delle dimissioni di neomamme, ben 1.625 in Fvg tra il 2011 e il 2013: «Un numero troppo elevato – ha detto Cristini – per essere considerato solo e sempre il frutto di una libera scelta».