Occupazione, dal jobs act nessun impulso
«I dati, purtroppo, ci dicono che il mercato del lavoro in Fvg è ancora in fase di stallo. Con un calo che si è arrestato, ma senza veri segnali di crescita, se è vero come vero che il 2015 si è concluso con un dato medio di 495.500 occupati, solo 600 in più rispetto allo scorso anno». Orietta Olivo, responsabile lavoro e welfare della Cgil Fvg, commenta così i dati Istat relativi al 4° trimestre e all’intero 2015. «Numeri – aggiunge – che confermano come il jobs act, almeno valutando i suoi effetti sul territorio regionale, non abbia contribuito a creare nuova occupazione. C’è, come sappiamo, una ripresa dei contratti a tempo indeterminato, o meglio a tutele crescenti, legato agli sgravi contributivi, ma non c’è ancora una ripresa dell’occupazione, perché la crisi non è superata e la domanda interna è ancora ferma».
Se la disoccupazione resta ferma sui valori dello scorso anno, l’8%, «dal momento che non aumentano gli occupati ed è sostanzialmente stabile, su base annuale, anche il numero delle persone che cerca lavoro», un segnale negativo viene da quella femminile, che sfiora il 10%, con una crescita di quasi un punto percentuale rispetto al 2014. «Ed è negativo – sottolinea Olivo – anche il dato dell’occupazione in rosa, con 2.000 posti persi rispetto al 2014. E’ un dato da non sottovalutare, perché se il lavoro femminile stenta a riprendere è anche a causa di un welfare ancora povero in termini di servizi alla persona e alle famiglie: un settore che va sviluppato, anche attraverso le politiche regionali, perché può essere un importante volano di ripresa, creando nuovi posti di lavoro, liberando risorse, favorendo una ripresa della natalità, anch’essa duramente colpita dalla crisi».
Ancora più allarmante il dato sul lavoro giovanile, «penalizzato non soltanto dalla crisi, ma anche da una riforma previdenziale, la legge Fornero, che impedisce il turnover tra vecchi e giovani sul mercato del lavoro». A testimoniarlo, rileva Olivo, «un calo di altri 3.500 occupati nel 2015 tra gli under 35 e il raddoppio dei tassi di disoccupazione specifici rispetto al 2008, tassi che toccano oggi il 28,7% nella fascia 15-24 anni e il 12% nella fascia 25-34 anni».
Se la disoccupazione resta ferma sui valori dello scorso anno, l’8%, «dal momento che non aumentano gli occupati ed è sostanzialmente stabile, su base annuale, anche il numero delle persone che cerca lavoro», un segnale negativo viene da quella femminile, che sfiora il 10%, con una crescita di quasi un punto percentuale rispetto al 2014. «Ed è negativo – sottolinea Olivo – anche il dato dell’occupazione in rosa, con 2.000 posti persi rispetto al 2014. E’ un dato da non sottovalutare, perché se il lavoro femminile stenta a riprendere è anche a causa di un welfare ancora povero in termini di servizi alla persona e alle famiglie: un settore che va sviluppato, anche attraverso le politiche regionali, perché può essere un importante volano di ripresa, creando nuovi posti di lavoro, liberando risorse, favorendo una ripresa della natalità, anch’essa duramente colpita dalla crisi».
Ancora più allarmante il dato sul lavoro giovanile, «penalizzato non soltanto dalla crisi, ma anche da una riforma previdenziale, la legge Fornero, che impedisce il turnover tra vecchi e giovani sul mercato del lavoro». A testimoniarlo, rileva Olivo, «un calo di altri 3.500 occupati nel 2015 tra gli under 35 e il raddoppio dei tassi di disoccupazione specifici rispetto al 2008, tassi che toccano oggi il 28,7% nella fascia 15-24 anni e il 12% nella fascia 25-34 anni».
I DATI ISTAT SUL MERCATO DEL LAVORO, AGGIORNAMENTO 4° TRIMESTRE 2015
I DATI ISTAT SUL MERCATO DEL LAVORO, L’ANALISI PER FASCE D’ETA’