Occupazione, un recupero difficile
La caduta della produzione e dell’occupazione si è fermata, ma la ripresa resta
molto lenta. Questo il quadro che emerge incrociando i dati più recenti sulla
cassa integrazione con quelli sull’andamento del marcato del lavoro, diffusi
dall’Inps e dall’Istat e pubblicati nella sezione Osservatorio di questo sito.
A confermare le difficoltà della risalita la dinamica della Cig, che a
settembre ha fatto segnare il valore mensile più alto di tutto il 2015, con
quasi 2,7 milioni di ore autorizzate. Il dato porta a 16,2 milioni di ore le
domande presentate quest’anno dalle aziende e autorizzate dall’Inps. Rispetto
allo scorso anno la flessione è del 26%, ma in termini assoluti il ricorso alla
Cig resta su valori alti, pari a una media di 1,8 milioni al mese, equivalente
a oltre 10.000 unità di lavoro ferme a zero ore (dato che andrebbe però tarato
considerando il “tiraggio”, cioè l’utilizzo effettivo della cassa, che a
livello nazionale si assesta poco al di sopra del 50% delle ore autorizzate).
Il calo nelle richieste di Cig è sintomo di una lieve ripresa produttiva, che
però fatica a tradursi in un recupero di posti di lavoro. Secondo i dati Istat,
infatti, il primo semestre 2015 si è chiuso addirittura con un ulteriore calo
tendenziale dell’occupazione rispetto al 2014: se lo scorso anno la media dei
primi due trimestri era stata di oltre 498mila occupati, quest’anno il valore
medio è sceso a quota 494mila.
C’è però una risalita rispetto ai 486mila occupati del 4° trimestre 2014, picco
minimo toccato in Fvg da molti anni a questa parte: alla fine del 2° trimestre
gli occupati erano risaliti a quota 497mila. A confermarla i recentissimi dati
dell’Osservatorio precariato Inps, che evidenziano un saldo positivo di 10.500
posti tra gennaio e agosto, con un incremento complessivo delle assunzioni pari
al 14,4%, e addirittura all’84% nei contratti a tempo indeterminato.
Aumentano invece dell’1,4% le assunzioni a termine, che restano però la
modalità di accesso al mercato del lavoro largamente più diffusa, e anche la tipologia
di contratto che mostra il miglior saldo tra assunzioni (47mila) e cessazioni
(37mila). Nell’ambito dei contrati a tempo indeterminato, invece, il saldo occupazionale
resta negativo, con le cessazioni (18.400) che superano di 500 unità le
assunzioni.
molto lenta. Questo il quadro che emerge incrociando i dati più recenti sulla
cassa integrazione con quelli sull’andamento del marcato del lavoro, diffusi
dall’Inps e dall’Istat e pubblicati nella sezione Osservatorio di questo sito.
A confermare le difficoltà della risalita la dinamica della Cig, che a
settembre ha fatto segnare il valore mensile più alto di tutto il 2015, con
quasi 2,7 milioni di ore autorizzate. Il dato porta a 16,2 milioni di ore le
domande presentate quest’anno dalle aziende e autorizzate dall’Inps. Rispetto
allo scorso anno la flessione è del 26%, ma in termini assoluti il ricorso alla
Cig resta su valori alti, pari a una media di 1,8 milioni al mese, equivalente
a oltre 10.000 unità di lavoro ferme a zero ore (dato che andrebbe però tarato
considerando il “tiraggio”, cioè l’utilizzo effettivo della cassa, che a
livello nazionale si assesta poco al di sopra del 50% delle ore autorizzate).
Il calo nelle richieste di Cig è sintomo di una lieve ripresa produttiva, che
però fatica a tradursi in un recupero di posti di lavoro. Secondo i dati Istat,
infatti, il primo semestre 2015 si è chiuso addirittura con un ulteriore calo
tendenziale dell’occupazione rispetto al 2014: se lo scorso anno la media dei
primi due trimestri era stata di oltre 498mila occupati, quest’anno il valore
medio è sceso a quota 494mila.
C’è però una risalita rispetto ai 486mila occupati del 4° trimestre 2014, picco
minimo toccato in Fvg da molti anni a questa parte: alla fine del 2° trimestre
gli occupati erano risaliti a quota 497mila. A confermarla i recentissimi dati
dell’Osservatorio precariato Inps, che evidenziano un saldo positivo di 10.500
posti tra gennaio e agosto, con un incremento complessivo delle assunzioni pari
al 14,4%, e addirittura all’84% nei contratti a tempo indeterminato.
Aumentano invece dell’1,4% le assunzioni a termine, che restano però la
modalità di accesso al mercato del lavoro largamente più diffusa, e anche la tipologia
di contratto che mostra il miglior saldo tra assunzioni (47mila) e cessazioni
(37mila). Nell’ambito dei contrati a tempo indeterminato, invece, il saldo occupazionale
resta negativo, con le cessazioni (18.400) che superano di 500 unità le
assunzioni.