Onde furlane, Regione ed enti locali facciano la loro parte
Lavoro precario, mancato o ritardato pagamento degli stipendi, cassa integrazione, tagli ai compensi e anche al personale. Il triste campionario della crisi coinvolge in pieno anche il settore dell’editoria e dell’informazione, in regione. Quello che dai più viene ancora considerato un mondo privilegiato è invece una realtà dove il lavoro sottopagato e sottotutelato rappresenta sempre più la regola, come sa bene la maggioranza di giornalisti e operatori dell’informazione che scrivono e lavorano con contratti precari. E che sempre più spesso si rivolgono al sindacato per veder tutelati i propri diritti.
Il caso di Onde Furlane, purtroppo, rappresenta solo un esempio visibile di una crisi e di un disagio ignorati o quantomeno scarsamente percepiti dall’opinione pubblica. Esistono però dei caratteri distintivi che non possono essere sottovalutati: qui non si tratta infatti soltanto di un effetto della crisi e del drastico calo delle entrate pubblicitarie, ma siamo anche davanti alle conseguenze di una gestione miope delle risorse pubbliche. È infatti sconcertante che nelle politiche regionali per la difesa e la valorizzazione del friulano, infatti, non trovi posto un sostegno adeguato a una realtà capace di farne – da sempre e con i fatti – una lingua viva, veicolo di informazione, di cultura, di confronto democratico. Altrettanto sconcertante che l’amministrazione provinciale, friulanista a parole e a corrente alternata, abbia cominciato a prendere in considerazione l’idea di un sostegno a Onde furlane solo dopo l’annuncio di un licenziamento.
Il caso dell’emittente di Udine ripropone con drammatica attualità l’esigenza di una maggiore selettività nell’indirizzo dei finanziamenti pubblici, di una meritocrazia spesso predicata a parole ma raramente praticata nei fatti, sacrificata a una gestione a pioggia che privilegia le clientele rispetto alla qualità.
Oltre a esprimere la sua solidarietà al giornalista che rischia di perdere il lavoro e a tutto il personale di Onde Furlane, la Cgil chiede pertanto alla Regione, alla Provincia e a tutte le istituzioni locali di mettere in campo ogni possibile impegno concreto per sostenere l’emittente, i suoi lavoratori, la sua capacità di essere voce libera e indipendente nel panorama regionale dell’informazione.
Le segreterie regionali Cgil e Slc-Cgil
Il caso di Onde Furlane, purtroppo, rappresenta solo un esempio visibile di una crisi e di un disagio ignorati o quantomeno scarsamente percepiti dall’opinione pubblica. Esistono però dei caratteri distintivi che non possono essere sottovalutati: qui non si tratta infatti soltanto di un effetto della crisi e del drastico calo delle entrate pubblicitarie, ma siamo anche davanti alle conseguenze di una gestione miope delle risorse pubbliche. È infatti sconcertante che nelle politiche regionali per la difesa e la valorizzazione del friulano, infatti, non trovi posto un sostegno adeguato a una realtà capace di farne – da sempre e con i fatti – una lingua viva, veicolo di informazione, di cultura, di confronto democratico. Altrettanto sconcertante che l’amministrazione provinciale, friulanista a parole e a corrente alternata, abbia cominciato a prendere in considerazione l’idea di un sostegno a Onde furlane solo dopo l’annuncio di un licenziamento.
Il caso dell’emittente di Udine ripropone con drammatica attualità l’esigenza di una maggiore selettività nell’indirizzo dei finanziamenti pubblici, di una meritocrazia spesso predicata a parole ma raramente praticata nei fatti, sacrificata a una gestione a pioggia che privilegia le clientele rispetto alla qualità.
Oltre a esprimere la sua solidarietà al giornalista che rischia di perdere il lavoro e a tutto il personale di Onde Furlane, la Cgil chiede pertanto alla Regione, alla Provincia e a tutte le istituzioni locali di mettere in campo ogni possibile impegno concreto per sostenere l’emittente, i suoi lavoratori, la sua capacità di essere voce libera e indipendente nel panorama regionale dell’informazione.
Le segreterie regionali Cgil e Slc-Cgil