Orari commerciali, le categorie a sostegno del percorso avviato dalla Giunta
In relazione all’annuncio del vicepresidente Bolzonello sull’intenzione della Giunta di portare in Consiglio regionale un provvedimento che renda obbligatorie le chiusure di negozi e centri commerciali in occasione delle principali festività religiose e laiche, le segreterie di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil non possono che essere favorevoli all’intento della Regione. Come sindacati di categoria, infatti, abbiamo sempre espresso la nostra piena e motivata contrarietà alla completa liberalizzazione degli orari commerciali. Le problematiche che ne sono scaturite infatti hanno determinato il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di chi opera nel settore, senza contribuire alla crescita del reddito e dell’occupazione. Ormai possiamo affermarlo con sicurezza: la liberalizzazione totale degli orari commerciali è stata incapace di determinare positivi effetti occupazionali e tutte le argomentazioni utilizzate a sostegno delle liberalizzazioni, secondo le quali avrebbero aumentato i livelli di servizio e calato i prezzi al consumo, si sono rivelate non corrispondenti al vero. Constatiamo con piacere che ora ne sia consapevole anche la Giunta regionale.
Nei fatti è aumentata la competizione tra grande distribuzione commerciale e piccolo commercio al dettaglio e si è determinato un mero spostamento dei consumi, senza il minimo aumento dei fatturati e soprattutto aumentando i disagi dei lavoratori del settore. Inoltre, oltre alle aperture domenicali e festive, si è diffusa la tendenza ad ampliare l’orario di apertura giornaliero e settimanale, senza che si siano al contempo assicurati servizi essenziali quali asili nido, tempo pieno nelle scuole e trasporti urbani: il risultato è stato che l’occupazione del settore, in particolare quella femminile, è stata ulteriormente penalizzata.
Una società che non è più in grado di festeggiare con il riposo alcuna ricorrenza laica e religiosa è una società destinata a perdere i valori fondanti della democrazia. Liberalizzazione sì, liberalizzazione no sono i termini di uno scontro cieco che non guarda alla realtà dei problemi. Nell’attuale contesto, se si vuole realmente rilanciare i consumi, bisognerebbe aumentare il potere di acquisto dei consumatori che in questi anni si è indebolito sempre di più, e quindi, ridurre le tasse sul lavoro e rinnovare i contratti collettivi scaduti, quali ad esempio quello di Confesercenti e della distribuzione cooperativa, ed arrivare alla stipula di un dignitoso contratto con Federdistribuzione.
Alla luce di quanto sopra non possiamo che accogliere positivamente l’annuncio di Bolzonello, che ha anche l’intento di portare la questione all’ordine del giorno a livello nazionale. Nella consapevolezza delle difficoltà, chiediamo di confrontarci e collaborare nell’ambito del percorso attraverso il quale la Regione mira a giungere al superamento definitivo dell’attuale normativa nazionale, che al momento ha carattere esclusivo in tema di liberalizzazione degli orari commerciali.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Fvg
Susanna Pellegrini, Adriano Giacomazzi, Matteo Zorn
Nei fatti è aumentata la competizione tra grande distribuzione commerciale e piccolo commercio al dettaglio e si è determinato un mero spostamento dei consumi, senza il minimo aumento dei fatturati e soprattutto aumentando i disagi dei lavoratori del settore. Inoltre, oltre alle aperture domenicali e festive, si è diffusa la tendenza ad ampliare l’orario di apertura giornaliero e settimanale, senza che si siano al contempo assicurati servizi essenziali quali asili nido, tempo pieno nelle scuole e trasporti urbani: il risultato è stato che l’occupazione del settore, in particolare quella femminile, è stata ulteriormente penalizzata.
Una società che non è più in grado di festeggiare con il riposo alcuna ricorrenza laica e religiosa è una società destinata a perdere i valori fondanti della democrazia. Liberalizzazione sì, liberalizzazione no sono i termini di uno scontro cieco che non guarda alla realtà dei problemi. Nell’attuale contesto, se si vuole realmente rilanciare i consumi, bisognerebbe aumentare il potere di acquisto dei consumatori che in questi anni si è indebolito sempre di più, e quindi, ridurre le tasse sul lavoro e rinnovare i contratti collettivi scaduti, quali ad esempio quello di Confesercenti e della distribuzione cooperativa, ed arrivare alla stipula di un dignitoso contratto con Federdistribuzione.
Alla luce di quanto sopra non possiamo che accogliere positivamente l’annuncio di Bolzonello, che ha anche l’intento di portare la questione all’ordine del giorno a livello nazionale. Nella consapevolezza delle difficoltà, chiediamo di confrontarci e collaborare nell’ambito del percorso attraverso il quale la Regione mira a giungere al superamento definitivo dell’attuale normativa nazionale, che al momento ha carattere esclusivo in tema di liberalizzazione degli orari commerciali.
Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Fvg
Susanna Pellegrini, Adriano Giacomazzi, Matteo Zorn