Ospedali psichiatrici giudiziari, rispettare l’impegno di chiuderli
«L’attuale tentativo di revisione del nostro sistema sanitario da parte del governo regionale, la mancanza in questi ultimi tre anni di ogni spinta nella ricerca e nell’innovazione, la burocratizzazione estrema dei dispositivi amministrativi per l’impegno delle risorse per programmi e progetti che, in questo settore, devono essere necessariamente singolari e speciali, fanno temere arretramenti sul piano organizzativo, demotivazione degli operatori, destini molto incerti per le persone che drammaticamente vivono ai confini più lontani e difficili del disagio». È quanto scrivono Orietta Olivo, della segreteria regionale Cgil, e il Comitato Stop Opg Fvg, in una nota diffusa oggi, in occasione dell’incontro promosso a questa mattina Trieste in adesione alla mobilitazione nazionale per la chiusura degli ospedali psichiatrici e giudiziari.
«La regione Fvg – si legge ancora in una nota – rappresenta ancora oggi un punto di riferimento per i buoni risultati ottenuti ne campo della salute mentale. Su 1.500 internati nei 6 Opg italiani, solo 9 provengono infatti dalla nostra regione. Se in Italia, in media, 2 cittadini su 100mila si trovano in Opg, per il Fvg la media scende a 0,7 per 100mila». Un quadro positivo, che per Cgil e Comitato stop Opg rischia però di essere compromesso, in Fvg come a livello nazionale, «dai tagli, dai ritardi e dalle assenze del Governo e delle Regioni». Il pericolo, in particolare, è che venga di fatto prolungata l’attività degli attuali Opg, nelle forme attuali o sotto altre forme. «Gli Opg – recita ancora il documento – dovrebbero chiudere entro marzo 2013, ma l’attenzione sembra solo concentrata sull’apertura delle strutture residenziali sanitarie “speciali”, molto simili agli ospedali psichiatrici. Rischiamo di ritrovarci in sostanza con numerosi piccoli manicomi regionali, mentre sappiamo che evitare l’Opg è possibile, sia per dimettere le persone internate che per fermare nuovi internamenti».