Piano energetico regionale, servono scelte coerenti
Scelte coerenti con gli obiettivi del piano, quelli di favorire una crescita sostenibile sotto il profilo ambientale, riducendo i costi dell’energia e la dipendenza dall’estero. E’ quanto chiedono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil in un documento di valutazione sulla bozza di Piano energetico regionale (Per), predisposto in vista dell’incontro che si terrà lunedì a Trieste con l’assessore all’Energia Sara Vito.
ECONOMIA E AMBIENTE. «Compito del Piano – si legge nel documento firmato da Emanuele Iodice (Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Claudio Cinti (Uil) – è quello di coniugare gli obiettivi del Rilancimpresa con una visione generale del modello di sviluppo economico e territoriale della regione. Il Per rappresenta un’occasione che non va sprecata per assumere scelte che, nel rispetto delle compatibilità ambientali, rispondano a necessità fondamentali quali la riduzione del costo dell’energia, che va allineato ai livelli europei, e la sicurezza nell’approvigionamento».
MONFALCONE. Tra i nodi da sciogliere quello della scelta delle fonti, «partendo dal presupposto – rilevano Cgil, Cisl e Uil – che il piano punta sul gas come combustibile di transizione verso un nuovo mix energetico». Su queste basi Cgil, Cisl e Uil chiedono di valutare con attenzione l’ipotesi di conversione della centrale a carbone di Monfalcone, anche alla luce delle verifiche sull’impatto ambientale eseguite lo scorso anno dall’Arpa e tenendo conto dei maggiori costi del gas rispetto al carbone. Rivendicato inoltre fin d’ora, sempre su Monfalcone, «un impegno a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e a prevedere il coinvolgimento diretto dei sindacati in tutte le varie fasi di confronto sul futuro della centrale».
RIGASSIFICATORE. Una strategia basata su un maggiore peso del gas, in ogni caso, richiederà per i sindacati anche «la realizzazione di un impianto di rigassificazione di taglia adeguata all’obiettivo che si prefigge il Per, scelta indispensabile per ridurre in modo apprezzabile i costi di approvvigionamento e la dipendenza dai fornitori esteri». Se «l’impianto onshore di Zaule rappresentava un’ipotesi sovradimensionata alle esigenze della regione e in contrasto con la crescita del porto di Trieste», Cgil, Cisl e Uil sollecitano la necessità di un «accordo precedimentale tra pubbliche amministrazioni e proponenti privati al fine di realizzare un rigassificatore con adeguate compensazioni ambientali sul territorio, e che non sia in contrasto con le strategie di sviluppo dei porti regionali».
SOS GARE. Sempre sul gas, i sindacati lanciano anche un monito sulle scadenze delle gare per l’assegnazione del servizio di distribuzione: «Dopo la decorrenza del termine per le prime gare negli ambiti di Gorizia e Trieste, scaduto l’11 luglio senza che le procedure siano state avviate – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – ci aspettiamo che la Regione, a cui ora spetta l’indizione, non faccia a sua volta trascorrere inutilmente la prossima scadenza, lasciando l’incombenza al ministero. Ricordiamo inoltre che.l’11 ottobre 2015 scadrà il termine per l’ambito Udine 1, l’11 novembre 2015 quello per Udine 2 e Pordenone, l’11 febbraio 2016 per Udine 3».
NODI. Altri nodi su cui intervenire quello dell’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest – «nella consapevolezza che nell’attale situazione i nuovi tralicci non sono utilizzabili e 108 chilometri di vecchie reti non possono essere abbattuti» – e le politiche sulle rinnovabili. «Rinnovabili – rimarcano ancora i sindacati – che non continueranno a crescere con i ritmi del passato e sulle quali sono necessari, anche a livello regionale, incentivi più mirati, capaci di garantire una migliore programmabilità dell’erogazione dell’energia, una maggiore efficienza e sostenibilità del sistema, evitando distorsioni dannose sia per l’ambiente che in termini di costi». Da qui la richiesta di sostenere le smart-grid e l’autoconsumo, bloccando inoltre le biomasse non alimentate a chilometro zero. Ma Cgil, Cisl e Uil, nell’incontro di lunedì, solleciteranno anche «una proiezione dell’impatto del piano sul costo dell’energia e sull’occupazione, in mancanza della quale diventa difficile una valutazione complessiva sulla bozza presentata dalla Giunta».
ECONOMIA E AMBIENTE. «Compito del Piano – si legge nel documento firmato da Emanuele Iodice (Cgil), Alberto Monticco (Cisl) e Claudio Cinti (Uil) – è quello di coniugare gli obiettivi del Rilancimpresa con una visione generale del modello di sviluppo economico e territoriale della regione. Il Per rappresenta un’occasione che non va sprecata per assumere scelte che, nel rispetto delle compatibilità ambientali, rispondano a necessità fondamentali quali la riduzione del costo dell’energia, che va allineato ai livelli europei, e la sicurezza nell’approvigionamento».
MONFALCONE. Tra i nodi da sciogliere quello della scelta delle fonti, «partendo dal presupposto – rilevano Cgil, Cisl e Uil – che il piano punta sul gas come combustibile di transizione verso un nuovo mix energetico». Su queste basi Cgil, Cisl e Uil chiedono di valutare con attenzione l’ipotesi di conversione della centrale a carbone di Monfalcone, anche alla luce delle verifiche sull’impatto ambientale eseguite lo scorso anno dall’Arpa e tenendo conto dei maggiori costi del gas rispetto al carbone. Rivendicato inoltre fin d’ora, sempre su Monfalcone, «un impegno a garantire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e a prevedere il coinvolgimento diretto dei sindacati in tutte le varie fasi di confronto sul futuro della centrale».
RIGASSIFICATORE. Una strategia basata su un maggiore peso del gas, in ogni caso, richiederà per i sindacati anche «la realizzazione di un impianto di rigassificazione di taglia adeguata all’obiettivo che si prefigge il Per, scelta indispensabile per ridurre in modo apprezzabile i costi di approvvigionamento e la dipendenza dai fornitori esteri». Se «l’impianto onshore di Zaule rappresentava un’ipotesi sovradimensionata alle esigenze della regione e in contrasto con la crescita del porto di Trieste», Cgil, Cisl e Uil sollecitano la necessità di un «accordo precedimentale tra pubbliche amministrazioni e proponenti privati al fine di realizzare un rigassificatore con adeguate compensazioni ambientali sul territorio, e che non sia in contrasto con le strategie di sviluppo dei porti regionali».
SOS GARE. Sempre sul gas, i sindacati lanciano anche un monito sulle scadenze delle gare per l’assegnazione del servizio di distribuzione: «Dopo la decorrenza del termine per le prime gare negli ambiti di Gorizia e Trieste, scaduto l’11 luglio senza che le procedure siano state avviate – sottolineano Cgil, Cisl e Uil – ci aspettiamo che la Regione, a cui ora spetta l’indizione, non faccia a sua volta trascorrere inutilmente la prossima scadenza, lasciando l’incombenza al ministero. Ricordiamo inoltre che.l’11 ottobre 2015 scadrà il termine per l’ambito Udine 1, l’11 novembre 2015 quello per Udine 2 e Pordenone, l’11 febbraio 2016 per Udine 3».
NODI. Altri nodi su cui intervenire quello dell’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest – «nella consapevolezza che nell’attale situazione i nuovi tralicci non sono utilizzabili e 108 chilometri di vecchie reti non possono essere abbattuti» – e le politiche sulle rinnovabili. «Rinnovabili – rimarcano ancora i sindacati – che non continueranno a crescere con i ritmi del passato e sulle quali sono necessari, anche a livello regionale, incentivi più mirati, capaci di garantire una migliore programmabilità dell’erogazione dell’energia, una maggiore efficienza e sostenibilità del sistema, evitando distorsioni dannose sia per l’ambiente che in termini di costi». Da qui la richiesta di sostenere le smart-grid e l’autoconsumo, bloccando inoltre le biomasse non alimentate a chilometro zero. Ma Cgil, Cisl e Uil, nell’incontro di lunedì, solleciteranno anche «una proiezione dell’impatto del piano sul costo dell’energia e sull’occupazione, in mancanza della quale diventa difficile una valutazione complessiva sulla bozza presentata dalla Giunta».