Politiche familiari, sbagliato discriminare le coppie di fatto
«Non è giustificabile l’introduzione di criteri discriminatori fra coppie sposate e coppie di fatto nell’accesso ai contributi per la famiglia, a maggior ragione in un momento in cui la crisi penalizza allo stesso modo tutti i nuclei famigliari, indipendentemente dalla loro connotazione giuridica». A sostenerlo sono le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, con Giuliana Pigozzo, Iris Morassi e Fernando Della Ricca, a proposito del disegno di legge Molinaro sui servizi alla prima infanzia.
«Tutte le famiglie, legali o di fatto, contribuiscono allo stesso modo al Pil regionale e al gettito fiscale – spiegano i sindacati –: se i minori verranno tutelati senza alcuna distinzione, come assicura l’assessore, la scelta di prevedere corsie preferenziali per le coppie sposate resta comunque ideologica e sbagliata. Paradossale poi che le coppie di fatto, discriminate quando si tratta di interventi rivolti alla collettività, vengano invece equiparate alle coppie sposate quando si tratta di regolamentare vitalizi o altri benefici riconosciuti ai parlamentari o ai consiglieri regionali».
I sindacati contestano anche il richiamo alla Costituzione, con cui l’assessore ha argomentato la priorità accordata alle famiglie sposate: «
Guardando all’esempio di altri Paesi come
Politiche familiari, le osservazioni di Cgil, Cisl e Uil sul disegno di legge regionale 90