Porto e piattaforma logistica, lo sbarco di Hhla valore aggiunto per Trieste e regione

L’ingresso
di un grande gruppo come Hhla come socio di maggioranza della
piattaforma logistica rappresenta una nuova, grande opportunità per lo
sviluppo del nuovo porto franco di Trieste. Sviluppo che richiede
investimenti per potenziare non soltanto le strutture portuali, dalla
piattaforma logistica al molo VIII, ma anche la logistica retroportuale e
la rete ferroviaria. Quest’ultima, in particolare, rischia di rivelarsi
il vero collo di bottiglia per una prospettiva di crescita dei
traffici, anche nell’interesse del tessuto produttivo dell’intera
regione. Sono le conclusioni della call conference che ha visto
confrontarsi, nei giorni scorsi, i sindacati regionali e nazionali dei
sindacati dei trasporti di Cgil, Cisl e Uil con Berardina Tommasi,
responsabile dell’area marittima della federazione europea dei sindacati
dei trasporti (Etf), e con Maya Schwiegerhausen del sindacato tedesco
Ver.Di, attivo nella contrattazione con Hhla.
Se
Etf ha confermato la strategicità dell’investimento su Trieste di Hhla,
il colosso da 6.300 dipendenti che ha come base Amburgo, anche i
vertici regionali dei sindacati di categoria guardano con favore allo
sbarco a Trieste del gruppo tedesco, pronti ad avviare «un confronto sui
programmi di investimento, che dovranno essere volti sia
all’ampliamento dell’occupazione sia alla salvaguardia dei contratti e
delle professionalità esistenti a Trieste», spiegano Valentino Lorelli
(Filt-Cgil), Giulio Germani (Fit-Cisl) e
Michele Cipriani (Uiltrasporti). L’obiettivo, aggiungono, è di poter
instaurare anche in Italia quelle buone prassi che caratterizzano le
relazioni sindacali del gruppo Hhla, «un player globale in grado di
rilanciare le quotazioni di Trieste anche in rapporto a quella via della
Seta le cui prospettive hanno subito un brusco rallentamento con la
pandemia».