Poste, dietro alle chiusure estive le enormi carenze di personale
Nessuna informazione preventiva ai sindacati sulle chiusure estive degli uffici postali della regione. A denunciare l’atteggiamento di Poste italiane è Emanuela Bizi, della segreteria regionale Slc-Cgil: «Nonostante la vertenza in corso sul personale – dichiara – siamo stati informati solo a mezzo stampa della rimodulazione, che vede contrari, oltre al sindacato, anche i sindaci, ben consapevoli delle ricadute sulla popolazione».
Il problema, per Bizi, nasce dalla «drammatica situazione del personale», diminuito complessivamente di 120 unità dal 2007 al 2010. Ma per le filiali, spiega Bizi, il dato è più pesante: «Dal momento che il personale applicato al settore del recapito è aumentato, nello stesso periodo, di circa 100 unità, il numero degli applicati agli uffici postali e allo staff delle filiali vede una riduzione pesantissima, di oltre 200 persone. Si spiegano così le code nei grandi uffici e le chiusure negli uffici minori. E d’estate ovviamente il problema si aggrava per effetto delle ferie».
Mentre la vertenza in corso tra sindacati e azienda si trascina senza passi avanti, l’azienda, sostiene Bizi, non rilascia il personale considerato in esubero nei settori della logistica e del recapito, per effetto della riorganizzazione su cinque giorni del servizio di recapito, partita ormai da parecchi mesi. «Questo – commenta Bizi – è probabilmente dovuto al fatto che i centri di smistamento di Mestre, Padova e Verona non hanno sufficiente personale. Quanto al Fvg, il centro di smistamento regionale è stato cancellato nel
I nodi, in sostanza, stanno venendo al pettine. «L’azienda – prosegue Bizi – ha sempre sostenuto che la nostra contrarietà era frutto di una visione pessimistica, ma purtroppo siamo arrivati alla prova dei fatti: il personale della logistica e del recapito non viene liberato e contemporaneamente, anche per effetto dei pensionamenti, si è creata un’enorme scopertura di personale sugli uffici postali, fonte di enorme disagio per i lavoratori e di disservizi per gli utenti».
Vista la grave emergenza che si è venuta a creare, Poste Italiane nega ai lavoratori l’accesso al fondo nazionale di solidarietà che garantisce uno “scivolo” al personale in esubero prossimo al pensionamento. «L’azienda – spiega Bizi – sta sostenendo che in tutto il Triveneto non si può aprire l’accesso alla misura, perché c’é una carenza strutturale di personale che non lo consente. Il tutto in violazione degli accordi nazionali che disciplinavano la gestione delle eccedenze. Sulla questione abbiamo aperto una vertenza che il 31 maggio vedrà l’ennesimo tentativo di conciliazione. Ma