Punire ladri e fannulloni? Confindustria dia il buon esempio
È da respingere al mittente l’accusa rivolta dalla Marcegaglia al sindacato che rischia di imbarbarire la già strumentale discussione sull’art.18. Non commento neppure quella, grottesca e offensiva, di difendere i ladri. In quanto a quella di difendere i “fannulloni” è non solo falsa, ma pure irragionevole perché sappiamo da sempre che il mancato lavoro del “fannullone” si scarica inevitabilmente su chi lavora seriamente e ha diritto alla nostra tutela.
Forse, per restare al tema, Confindustria dovrebbe dare un’occhiata più attenta in casa sua, a Roma come in Regione. Il Corriere della Sera del 6 giugno 2011 evidenziava come il tasso di evasione fiscale per lavoratori autonomi e imprenditori fosse del 56%. Sempre il Corriere, nello scorso dicembre, attestava come il 48% degli imprenditori e il 24% dei professionisti dichiarassero meno di 15 mila euro all’anno ma, come per miracolo, potessero permettersi di acquistare appartamenti per un costo medio di 203mila euro. Infine, incrociando i dati 2011 del rapporto Censis e quelli della Corte dei Conti si evince che mancano all’appello 18 miliardi legati all’evasione da lavoro nero e irregolare.
Per venire alla nostra regione, nei giorni scorsi è emerso che a quasi un’azienda su tre delle 1.403 oggetto di ispezione sono state contestate irregolarità da parte delle Direzioni territoriali del lavoro, mentre il tasso sale al 60% nelle ispezioni dell’Inps. Prima di avventurarsi in dichiarazioni fuori spartito, quindi, Confindustria dovrebbe fare attenzione alla diffusione dell’illegalità nel mondo che rappresenta, che danneggia prima di tutti i tanti imprenditori seri.
Siccome un anno fa il presidente regionale degli industriali dichiarò in un pubblico dibattito che avrebbe espulso dall’associazione coloro che sarebbero incappati in irregolarità fiscali e contributive, vorremmo chiedergli di mantenere la parola iniziando con le aziende “pescate” dalle direzioni territoriali del lavoro e dall’Inps. Altrimenti saremo legittimati a pensare, con ottime e circostanziate ragioni, che è Confindustria a difendere i “ladri”.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg