Quattordicesima, non tutto fila liscio
Cresce il numero di pensionati che contattano le sedi del sindacato per chiedere informazioni sul pagamento della cosiddetta quattordicesima. L’importo aggiuntivo era in pagamento all’inizio di questo mese per una platea che è cresciuta da 2,1 a 3,4 milioni di beneficiari a livello nazionale e da 48mila a 74mila in Friuli Venezia Giulia, dopo la sua estensione alle pensioni fino a 1.000 euro lordi mensili e il contestuale aumento del 30 % per quelle fino a 750 euro, che già ne beneficiavano.
Molti pensionati, pur sicuri di rientrare tra i beneficiari, hanno ricevuto all’inizio di questo mese una pensione analoga a quella di giugno, senza alcun importo aggiuntivo. Decine i casi già denunciati al sindacato, nella stragrande maggioranza riferiti a nuovi beneficiari, ed esaminati dalle sedi territoriali dello Spi-Cgil, che dopo le opportune verifiche ha sollevato la questione anche alle competenti sedi dell’Inps. «A quanto sembra – spiega il segretario regionale Ezio Medeot – il problema potrebbe essere legato al mancato aggiornamento dei dati reddituali sulla base dei quali l’Inps verifica il diritto alla quattordicesima».
In attesa dei tavoli tecnici che saranno richiesti sia con l’Inps nazionale che a livello regionale e territoriale, l’invito che lo Spi rivolge ai pensionati è di rivolgersi ai suoi sportelli non soltanto per verificare il diritto alla quattordicesima e il suo ammontare, ma per qualsiasi dubbio relativo alla propria pensione. «La campagna di verifiche che abbiamo avviato negli ultimi anni ha prodotto risultati positivi mediamente nel 10% dei casi, consentendo a molti pensionati di recuperare somme anche consistenti che altrimenti sarebbero andati perdute». Nel caso in cui le verifiche del sindacato producano esiti positivi, eventualmente anche per gli anni passati, è possibile recuperare gli importi inevasi presentando apposita domanda all’Inps. «A livello nazionale – spiega ancora Medeot – l’Inps ha assicurato che tali domande verranno evase in tempi rapidi. Ci auguriamo che in Fvg l’impegno sia mantenuto, viste le gravi carenze di organico con cui devono fare i conti tutte le sedi dell’istituto, sempre più in difficoltà nel garantire uno standard di servizi accettabile».
Ma il sindacato tiene alta la guardia anche su un’altra partita ancora aperta, quella della rivalutazione delle pensioni oltre i 1.500 euro, colpite nel biennio 2012-2013 dal blocco della perequazione, deciso nel 2011 con la legge Monti-Fornero, e solo minimamente “risarcite” dalla legge 109/2015, che aveva disposto una parziale rivalutazione degli assegni interessati. Della questione tornerà a occuparsi la Corte Costituzionale, che dopo la bocciatura del blocco Monti-Fornero due anni or sono si appresta a decidere anche sulla legittimità della legge 109/2015: è di alcuni giorni fa, infatti, la notizia che la prima udienza si terrà il prossimo 24 ottobre.