Recovery Plan Fvg, priorità a occupazione, infrastrutture e sviluppo sostenibile
«L’attuazione del Recovery plan in regione dovrà essere il frutto di un percorso condiviso e verificabile negli effetti, con riferimento non soltanto all’incremento del Pil, ma anche alla creazione di buona occupazione e a obiettivi di sostenibilità ambientale, efficientamento della rete logistica e potenziamento del sistema socio-sanitario». E’ quanto chiedono alla Regione i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil Fvg Villiam Pezzetta, Alberto Monticco e Mauro Franzolini, che questa mattina a Udine hanno illustrato il documento programmatico sugli obiettivi e le modalità d’intervento delle risorse Pnnr in Fvg, recentemente inviato alla Giunta regionale.
GLI ASSI D’INTERVENTO. Innovazione e digitalizzazione, transizione ecologica, infrastrutture, istruzione e ricerca, politiche di genere e per i giovani, rafforzamento della sanità pubblica. Questi i sei assi che dovranno caratterizzare gli interventi, secondo i sindacati, che chiedono di condizionare gli interventi a criteri legati prioritariamente al loro impatto occupazionale. Le logiche d’investimento, inoltre, «non dovranno guardare soltanto a come superare la situazione contingente, data dalla combinazione tra pandemia, regressione demografica e crisi economica, ma anche a immaginare la regione che intendiamo costruire dopo che ci saremo lasciati alle spalle la pandemia».
SVILUPPO SOSTENIBILE. Se le politiche per l’innovazione dovranno avere come obiettivi prioritari il sostegno alla digitalizzazione, al marketing territoriale, estensione della banda larga, dovranno essere strettamente connesse con una logica di sviluppo sostenibile e di transizione ecologica che dovrà segnare trasversalmente tutti gli interventi e impone fin d’ora la riscrittura del piano energetico regionale, finalizzata alla transizione ecologica e alla progressiva riconversione degli impianti esistenti (è il caso, ad esempio, della centrale A2A di Monfalcone). In questo disegno complessivo deve collocarsi anche, secondo i sindacati, una politica di messa in sicurezza del territorio e del patrimonio residenziale che sia anche funzionale, in stretta connessione con la valorizzazione delle filiere agroalimentari, con una strategia di valorizzazione e rilancio del turismo, il settore più penalizzato dalla pandemia ma che resta una leva fondamentale per il rilancio dell’economia e dell’occupazione.
INFRASTRUTTURE E MANIFATTURIERO. Strettamente legati a una logica di sostenibilità anche gli interventi di potenziamento della rete logistica e infrastrutturale, che rappresentano il capitolo centrale nel dossier di Cgil, Cisl e Uil. «Agire in questo settore – si legge nel documento – rappresenta un’ulteriore occasione non solo per potenziare le con il resto del Paese, il Mediterraneo e l’Europa, promuovendo una politica dei trasporti e dei servizi logistici capace di creare posti di lavoro e valore aggiunto per un sistema produttivo che vede oggi in sofferenza il 40% delle sue filiere e in particolare per il manifatturiero». Quel manifatturiero, rimarcano Cgil, Cisl e Uil, che rappresenta l’asse portante del tessuto economico della regione, anche in virtù dei suoi 16 miliardi di export, e che sta mostrando buoni segnali di tenuta in diversi dei suoi settori chiave. Prioritario, per Cgil, Cisl e Uil, potenziare le reti ferroviarie sulla direttrice nord sud e est ovest, e completare la relazione tra sistema portuale, interporti e poli produttivi, anche attraverso progetti come Adriagateway sui porti, il raddoppio della ferrovia Cervignano-Udine e il nuovo layout ferroviario di accesso al capoluogo friulano.
ISTRUZIONE E PARI OPPORTUNIT??. Strategici per una politica di rilancio che non guardi soltanto all’immediato dopo pandemia anche gli interventi sull’istruzione, il sistema delle politiche del lavoro e del collocamento, sulla riduzione delle disparità che penalizzano le opportunità di donne e giovani, non a caso le categorie più penalizzate dall’attuale crisi. Su questo versante le richieste dei sindacati riguardano in particolare la digitalizzazione dell’istruzione, il contrasto all’abbandono scolastico, il raccordo tra istruzione, formazione e università con il mondo produttivo e del lavoro, «la creazione di un pilastro nel Pnnr del Fvg dedicato alle politiche giovanili e femminili» e «l’avvio di una piattaforma unica regionale di incrocio tra domanda e offerta di lavoro finalizzata alla creazione di un Sistema Mercato del Lavoro Fvg in grado di orientare i percorsi di professionalizzazione alle necessità del territorio».
MODERNIZZARE IL WELFARE. Ultimo ma non meno importante tra i capitoli del “piano” di Cgil, Cisl e Uil quello dedicato al rilancio della sanità pubblica e al potenziamento e la riorganizzazione della rete assistenziale. «In questo contesto – scrivono i sindacati – diventa prioritario un programma di investimenti digitali e tecnologici per migliorare l’organizzazione dei servizi e delle prestazioni, il rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione e dei servizi di medicina del lavoro, il potenziamento degli organici, la ridefinizione dell’organizzazione ospedaliera, investimenti strutturali volti a sviluppare una nuova centralità del sistema territoriale e nuovi modelli di presa in carico, con particolare attenzione alla domiciliarietà per anziani e fragili».
MONITORAGGIO PERMANENTE. Quanto alla gestione del piano e al monitoraggio dei risultati delle misure varate, infine, Cgil, Cisl e Uil giudicano indispensabile l’adozione di nuovi strumenti di governance, attraverso la costituzione di una Direzione ad hoc in seno alla Regione e di «una struttura tecnica di missione, aperta alle rappresentanze dell’economia e del lavoro, che potrebbe fungere da piattaforma di consultazione permanente sull’andamento in corso d’opera e sulle ricadute riverberate dai progetti e dei provvedimenti legislativi che si renderanno necessari», nonché di «tavoli tematici» sulle singole aree d’intervento. Tutto questo, rimarcano i sindacati, «con l’obiettivo di un monitoraggio in tempo reale e dI una valutazione trasversale all’efficacia del Pnnr non solo in termini di spesa, ma anche in relazione dei traguardi raggiunti e con particolare riguardo alla quantità e alla qualità della nuova occupazione generata».