Ridurre le tasse? Sì, ma a partire da salari e pensioni
Troppe tasse sulle imprese?
Guardiamo prima a quelle sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, che
sicuramente sono la categoria più penalizzata dalla pressione fiscale». Il
segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci commenta così le dichiarazioni
del presidente regionale di Confcommercio Alberto Marchiori a proposito del
saldo ancora negativo, nel terziario, tra nuove attività e imprese chiuse.
«Marchiori – commenta Belci – tocca problemi reali come
il cuneo fiscale e la burocrazia, ma le imprese devono anche metterci del loro:
non dimentichiamoci, infatti, che tra sgravi contributivi, riduzione dell’Irap,
finanziamenti agevolati e riduzione del costo del denaro gli incentivi a
investire non sono mancati. Tutto questo mentre restava stabile la pressione
fiscale sui lavoratori e sui pensionati, beneficiari del bonus di 80 euro a
parte, con i contratti pubblici fermi al 2009, tanti contratti privati non
rinnovati e milioni di assegni pensionistici non
adeguati all’inflazione. Vero quindi che le tasse vanno ridotte, ma a partire da quelle su salari e pensioni, anche per
rilanciare una domanda interna che è il vero motore della ripresa».
Guardiamo prima a quelle sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, che
sicuramente sono la categoria più penalizzata dalla pressione fiscale». Il
segretario generale della Cgil Fvg Franco Belci commenta così le dichiarazioni
del presidente regionale di Confcommercio Alberto Marchiori a proposito del
saldo ancora negativo, nel terziario, tra nuove attività e imprese chiuse.
«Marchiori – commenta Belci – tocca problemi reali come
il cuneo fiscale e la burocrazia, ma le imprese devono anche metterci del loro:
non dimentichiamoci, infatti, che tra sgravi contributivi, riduzione dell’Irap,
finanziamenti agevolati e riduzione del costo del denaro gli incentivi a
investire non sono mancati. Tutto questo mentre restava stabile la pressione
fiscale sui lavoratori e sui pensionati, beneficiari del bonus di 80 euro a
parte, con i contratti pubblici fermi al 2009, tanti contratti privati non
rinnovati e milioni di assegni pensionistici non
adeguati all’inflazione. Vero quindi che le tasse vanno ridotte, ma a partire da quelle su salari e pensioni, anche per
rilanciare una domanda interna che è il vero motore della ripresa».