Sanità, il miracolo impossibile
Ha proprio del miracoloso la ricetta che il governo regionale ha messo in campo per la sanità. Pur sapendo che in una regione virtuosa come la nostra l’aumento annuale della spesa viaggia intorno al 4-6%, per quest’ anno ha previsto un finanziamento pari all’ 1,8% e per il prossimo uno stupefacente 0%, e tutto ciò a parità di servizi! Se ciò avvenisse, sarebbe la seconda volta che si realizza il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e dovremmo arrenderci all’evidenza.
Naturalmente non sarà così, perché già oggi la realtà è molto diversa da quanto Tondo e Kosic sostengono. Ben lo sanno i lavoratori, costretti a intensificare i turni, a fare straordinari, a rinunciare alle ferie, e i cittadini che vedono aumentare le liste di attesa, chiudere i reparti d’estate e diminuire il livello dei servizi. Tondo e Kosic si nascondono dietro a numeri che è facile snocciolare senza contradditorio. Non basta dire quanti infermieri ci sono, ma bisogna dire quanti di questi operano facendo i turni, considerando pertanto i part-time, chi ha delle limitazioni dovute a problemi di salute, eccetera.
È davvero troppo semplice dichiarare l’apertura di nuovi servizi a costo zero, che gravano sulle spalle di un numero inferiore di dipendenti, come Kosic è costretto ad ammettere. Ed è veramente inaccettabile che Tondo, oltre a sovraccaricare quelli che restano di altre incombenze studiate a tavolino senza confronto con la realtà e con le rappresentanze sindacali, plauda al blocco dei contratti, dimostrando una mancanza di rispetto nei confronti dell’impegno e delle condizioni economiche dei lavoratori.
Ma non basta. Sarebbe bene, prima di annunciare risparmi, esplicitare come vengono realizzati. Ad esempio alla prevenzione – chiave di volta per garantire la qualità della salute dei cittadini – era stato destinato il 5% della spesa complessiva, ma è stato speso solo il 3,2%: non si tratta di un risparmio, ma di un mancato investimento che alla fine graverà sugli ospedali con un maggior costo. Anche in questo caso non ci si può nascondere dietro ai numeri, sostenendo ad esempio che gli infortuni sono in calo, quando – ovviamente – ciò è dovuto soprattutto all’elevata percentuale di lavoratori licenziati, in cassa integrazione o mobilità ,e contemporaneamente aumentano le malattie professionali.
Insomma, siamo alle solite. Per
Per le segreterie regionali Cgil, Cisl, Uil
Orietta Olivo Elvio di Lucente Luca Visentini