Sciopero, adesioni massicce nelle principali fabbriche e nei grandi enti
«Dopo questa prova di forza ci attendiamo dal Governo e da Confindustria un cambio di atteggiamento su contratti e diritti dei lavoratori. A Cisl e Uil, inoltre, chiediamo di ripensare la loro scelta di negare ai lavoratori il diritto di esprimersi sui contratti e sulla riforma della contrattazione». È quanto dichiarano i segretari regionali della Funzione pubblica e della Fiom Cgil, Alessandro Baldassi e Gianpaolo Roccasalva, commentando l’andamento dello sciopero proclamato dalle due categorie. Le adesioni nei grandi enti e nelle principali fabbriche, secondo le due categorie, sono comprese tra il 50 e il 60%. Circa settecento i lavoratori che dal Friuli Venezia Giulia hanno raggiunto Roma per la manifestazione di piazza San Giovanni, chiusa dai segretari generali Gianni Rinaldini (Fiom) e Carlo Podda (Fp). La mobilitazione ora prosegue nei posti di lavoro, dove sono partite le assemblee sulla riforma della contrattazione, in vista del referendum sull’accordo separato che si terrà dai primi giorni di marzo su iniziativa della Cgil, sia nelle aziende private che nell’ambito del pubblico impiego. Tappa successiva la manifestazione nazionale proclamata dalla Cgil, che si terrà il 4 aprile al Circo Massimo. Già conclusa, intanto, la consultazione sui contratti separati del pubblico impiego, che ha riguardato i ministeri, le agenzie fiscali e il parastato. Nella nostra regione la percentuale dei votanti ha superato largamente il 50% degli aventi diritto, con una maggioranza schiacciante di voti contrari ai rinnovi contrattuali. «Il numero dei no – dichiara il segretario Fp Alessandro Baldassi – ha superato la metà dei lavoratori interessati in tutti i comparti».