Sicurezza, il cuore del lavoro: oltre 8 mila nelle piazze del Fvg per il Primo Maggio
Le proporzioni dell’emergenza sono rappresentate in maniera chiara dai dati recentemente diffusi dall’Inail su infortuni mortali e malattie professionali relativi al primo trimestre 2018. Aumentano le morti sul lavoro, 212 quelle denunciate tra gennaio e marzo, 22 in più rispetto alle 190 dei primi tre mesi del 2017, con un +11,6%. E aumentano le denunce di malattia professionale protocollate nello stesso periodo dell’anno, dopo la flessione registrata in tutto il 2017. L’incremento del 14,8% rilevato a gennaio, sceso al +10,3% nel primo bimestre, si è attestato al 31 marzo al +5,8%, pari a 877 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017 (da 15.247 a 16.124). L’aumento interessa tutti i comparti. Il Friuli Venezia Giulia con cinque morti sul lavoro nei primi tre mesi dell’anno, cui fa seguito il sesto infortunio mortale registrato ad aprile, non fa eccezione.
I SEGRETARI REGIONALI. « Il tema del lavoro e del buon lavoro dovrà essere al centro delle politiche della nuova Giunta, secondo le priorità che abbiamo già posto ai candidati: quindi incentivi alle assunzioni stabili, lotta concreta alla precarietà e all’abuso degli appalti, la difesa del welfare, a partire dal rafforzamento della sanità pubblica, dopo le bordate alla riforma lanciate in campagna elettorale, e una legge sulla non autosufficienza – afferma il segretario della Cgil Villiam Pezzetta -. Archiviati gli slogan elettorali, aspettiamo alla prova dei fatti la nuova maggioranza e la nuova Giunta, che dovrà governare la regione con un senso di responsabilità commisurato alle percentuali bulgare di consenso con cui ha vinto le elezioni».
«Il 2018 potrebbe essere ricordato, vista l’escalation di morti infortuni incidenti, come un anno tragico, molto più tragico degli anni passati, per quanto relativo alla salute e sicurezza sul lavoro. La rilevanza del tema, la rinnovata drammaticità dei dati sugli infortuni e sulle malattie professionali, le mancanze e i ritardi, a partire dall’assenza di una Strategia nazionale di prevenzione e dalle migliaia di aziende non in regola, sono fattori evidenti di quanto ci sia necessità di porre il tema della tutela della salute e sicurezza al centro dell’attenzione del mondo del lavoro – ribadisce il segretario della Cisl Alberto Monticco, ponendo anche l’accento sulla necessità di un progetto di rilancio in grado di ritrovare un giusto equilibrio fra un’economia in difficoltà e una popolazione con fabbisogni di welfare sempre crescenti -. Lo scarto tra le grandi imprese e quelle di piccole dimensioni si allarga sempre di più e su questo, con la nuova Giunta, andrà senz’altro aperto un ragionamento, che deve vedere assieme istituzioni, parti sociali e datoriali».
«Ripartire dal lavoro significa anche ripartire dalla qualità del lavoro e, soprattutto, dalla sua sicurezza – rimarca anche il segretario della Uil Giacinto Menis -.Pensiamo anche all’amianto, ai danni che il suo impiego ha prodotto nella nostra realtà e a quelli che purtroppo, per la lunga latenza delle affezioni correlate, continuerà a produrre nei prossimi 15 – 20 anni; pensiamo a quanti lutti si sarebbero potuti evitare se fossero state recepite le prime evidenze sulla nocività dell’amianto che risalgono ad oltre cinquant’anni fa. E allora, solo puntando alla qualità del sistema produttivo e del lavoro, si può sperare in aziende più sicure e in uno sviluppo economico duraturo e compatibile con la coesione dell’intera società. E’ su queste basi che vorremmo poter avviare un percorso di condivisione con la nuova giunta regionale».
TRIESTE. Partito da campo San Giacomo il corteo di Trieste, con 4 mila manifestanti, ha raggiunto piazza Unità per i comizi finali. «Siamo davanti a una ripresa non solida, che genera occupazione non stabile, continua a tenere i giovani fuori dal mercato del lavoro e che non appare accompagnata da politiche che favoriscano la qualità dello sviluppo e dell’occupazione, come dimostra anche l’incremento degli infortuni. Questi – ha rilanciato dal palco segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli – i temi che porremo al nuovo Governo, quando ce ne sarà uno e che necessariamente dovranno essere in cima all’agenda della Giunta cui gli elettori del Fvg hanno affidato il compito di traghettare questa regione verso una nuova fase non soltanto di crescita economica, ma segnata anche da una maggiore coesione sociale».
CERVIGNANO. «Si muore ancora con le stesse cause di 40 anni fa: la crisi ha spinto a ridurre gli investimenti anche sulla sicurezza, il tutto aggravato dai tagli ai servizi ispettivi. Perché la ripresa significhi buon lavoro e buona impresa, serve un patto che premi chi investe su incidenti zero e colpisca con certezza di pena chi non rispetta le regole. Una industria 4.0 per la sicurezza per incentivare le imprese che mettono la sicurezza al primo posto», ha affermato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea, il sindacato Cgil dell’edilizia e del legno, chiudendo i discorsi in piazza Indipendenza a Cervignano del Friuli, con un corteo di quasi 3 mila persone, insieme ai trattori della Confederazione italiana agricoltori (il video con l’intervento di Genovesi, realizzato da Fabiana Lovato).
GRADISCA E PORDENONE. I cortei non sono mancati come da tradizione neppure nelle piazze di Gradisca d’Isonzo e Pordenone che hanno fatto registrate rispettivamente circa 800 e 500 manifestanti.