Sindacati-Friuladria, braccio di ferro sul part-time
lima bollente alla Banca Popolare FriulAdria sul tema del part time, che da mesi non trova soluzioni soddisfacenti. dallo scorso mese di novembre, infatti, l’istituto di credito pordenonese interpreta il part-time in maniera parziale e restrittiva, pur esistendo un accordo sindacale che ne regolamenta la concessione. «Quello che sino a qualche tempo fa veniva vissuto dalle lavoratrici di FriulAdria come un evento di routine – dichiara Giuseppe Igne, responsabile del coordinamento Fisac-Cgil in Friuladria – si è trasformato in un terno al lotto, e la scadenza del contratto a tempo parziale rischia di portare un radicale cambiamento nell’organizzazione di vita di chi lavora. Lo sanno benissimo soprattutto le madri con figli, spesso in tenera età, costrette a fare i salti mortali per gestire la propria situazione familiare».
La Fisac-Cgil, insieme agli altri sindacati presenti in FriulAdria, si era mobilitata a dicembre 2009 per portare i fatti a conoscenza dell’opinione pubblica. In quell’occasione i sindacati spiegarono che molti part-time non venivano concessi perché FriulAdria aveva lasciato a casa circa 50 giovani assunti a tempo determinato, contraendo quindi sia i livelli occupazionali (meno 4%) sia le beneficiarie del part-time. Dopo aver sollecitato tra l’altro l’intervento della consigliera di parità, i sindacati hanno ottenuto l’apertura di un tavolo triangolare con l’azienda e le istituzioni.
Al di là dei dati forniti dalla banca, sino al oggi non si intravedono però significativi sviluppi. Un segnale di buona volontà da parte di FriulAdria era stata la concessione, su richiesta delle lavoratrici a cui il part-time non era stato rinnovato, di permessi non retribuiti utilizzabili per far fronte al nuovo orario, ma solo fino al 30 giugno 2010, periodo entro il quale le parti avrebbero dovuto confrontarsi per ricercare possibili accordi. «Ma quel termine sta scadendo – dichiara ancora Igne – e l’azienda ha lasciato intendere di non volerlo procrastinare. Molte lavoratrici si troveranno così a dover sostenere situazioni critiche, cercando soluzioni per i propri figli.