Superiori, allarme per i tagli e le classi affollate
Niente di nuovo sui tagli agli organici di diritto delle scuole superiori. «La proposta avanzata dall’Ufficio scolastico regionale nell’incontro di mercoledì – scrivono in una nota le segreterie regionali di Slc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola – è una pura ripartizione matematica tra le province dei tagli previsti dal ministero. Una proposta non modificabile, sulla quale i sindacati non hanno avuto modo di intervenire».
Oltre al taglio già dichiarato di 152 docenti, che diventano 191 aggiungendo al conteggio i 39 posti non confermati per gli istituti superiori annessi all’Uccellis di Udine, i sindacati guardano con preoccupazione ai criteri di composizione delle classi. Nonostante l’aumento di 300 iscritti rispetto all’anno scolastico in corso, infatti, il numero di classi è destinato a scendere. Molteplici, secondo i sindacati, i casi in cui si supereranno i 27 alunni per classe, per arrivare addirittura a picchi di 33, anche in presenza di alunni disabili. Cgil, Cisl e Uil, nel giudicare la situazione allarmante sia sotto il profilo della qualità dell’istruzione sia su quello della sicurezza, chiedono un pronunciamento in materia da parte dei dirigenti scolastici e degli enti locali cui fanno riferimento gli stabili.
Quanto agli organici, i sindacati invitano tutte le parti ad attenersi ai dati di fatto. «Secondo i quali – sottolineano – la scuola funzionerà con un numero di docenti inferiore a quello attuale, a fronte di un complessivo aumento di alunni. Si potrà dire tutto, ma non che un taglio contribuisca a mantenere la qualità del sistema scolastico, almeno che qualcuno non pensi che si possa aumentare la produttività dei docenti come se la scuola fosse un reparto di un azienda, dove è sufficiente aumentare i ritmi di lavoro per avere l’immediato risultato».
Cgil, Cisl e Uil puntano quindi a ridurre l’entità dei tagli, ma su questo versante denunciano «l’inconcludenza dell’Ufficio scolastico regionale». Da qui la decisione di rivolgersi direttamente a Roma: «Si tratta ora di vedere – spiegano ancora le segreterie di categoria – se la disponibilità espressa a parole dal ministero sulla possibile riduzione dei tagli si tradurrà in fatti concreti: se così sarà, verrà messa ulteriormente in risalto la scarsa determinazione dell’Usr e le sue colpe sul mancato avvio di un percorso condiviso con il sindacato». Dietro a tutto questo, secondo i sindacati, la mancata designazione da parte del ministero di un nuovo direttore dopo il pensionamento, due mesi fa, di Ugo Panetta. «Definire gli organici di docenti e Ata senza un responsabile in grado di assumere le decisioni – affermano Cgil, Cisl e Uil – sarebbe come discutere un qualsiasi piano industriale di ristrutturazione senza l’amministratore delegato. Solo una pronta nomina di un nuovo direttore consentirà una vera concertazione, adesso sugli organici ora e sulla contrattazione decentrata nell’immediato futuro».
Altrettanto urgente per i sindacati una «fattiva presenza» della Regione nell’esercitare le proprie competenze in materia di organico: queste ultime, ricordano Cgil, Cisl e Uil citando anche una recente sentenza della Corte Costituzionale, «sono infatti esercitate dallo Stato solo transitoriamente».