Tagli alla scuola pubblica, intervenga la Regione
Utilizzare i poteri conferiti dallo Statuto speciale per contrastare i tagli previsti dalla Finanziaria e per difendere il diritto al lavoro del personale della scuola. Predisporre ammortizzatori sociali adeguati per i lavoratori privi di forme di sostegno al reddito. Intervenire economicamente a sostegno delle istituzioni scolastiche, per garantire il personale necessario a soddisfare un’adeguata offerta formativa. Queste le richieste che la Flc-Cgil del Friuli Venezia Giulia avanza nei confronti dell’amministrazione regionale, sollecitando interventi immediati contro il taglio di 1.200 posti di lavoro precari a partire dal prossimo anno scolastico.
A lanciare l’allarme è il segretario Natalino Giacomini, in vista del sit-in organizzato dalla Flc per venerdì 6 marzo a Trieste, con inizio alle 16.30, sotto la sede del Consiglio regionale. «La Giunta e le forze politiche – dichiara Giacomini – non possono rimanere indifferenti a un’emergenza di questa portata: in gioco non c’è solo il futuro di 1.200 lavoratori, tra docenti e Ata, ma anche la qualità della scuola pubblica nella nostra regione. Per questo abbiamo chiesto di incontrare l’assessore Molinaro e tutti i capigruppo. Già fissato inoltre, per le 17 di venerdì, un incontro con il Prefetto di Trieste: gli chiederemo di manifestare al Governo la grave incertezza in cui versa tutto il sistema dell’istruzione in regione e il forte disagio dei lavoratori».
Centinaia i lavoratori della scuola che affluiranno a Trieste da tutte le province per chiedere alla Regione di arginare gli effetti della riforma Gelmini. «I tagli annunciati – spiega Teresa Sarli, della segreteria regionale Flc – sono l’effetto della soppressione delle ore di copresenza nella scuola primaria, legata all’introduzione del maestro unico, e dell’innalzamento del rapporto alunni/classi. Tutto questo mentre le domande di iscrizione confermano la netta preferenza delle famiglie per il tempo pieno e bocciano senza appello il modello di scuola che esce dalla riforma e dai decreti del Governo. Per questo chiediamo alla Regione di garantire che il tempo scuola richiesto dalle famiglie venga in ogni caso attivato e di intervenire perché la razionalizzazione della rete scolastica non colpisca il diritto allo studio, soprattutto nelle zone più periferiche e per le famiglie in condizioni più disagiate, assicurando l’effettivo funzionamento di tutti punti di erogazione del servizio scolastico».