Terzo settore, seimila fermi per il blocco dei servizi. E da giugno saranno a reddito zero
Ammortizzatori
agli sgoccioli per i lavoratori delle coop sociali fermi a causa
dell’interruzione dei servizi educativi, scolastici e
socio-assistenziali. A lanciare l’allarme è la Cgil, con la segretaria
regionale della Funzione pubblica Orietta Olivo: «Si tratta – spiega –
di lavoratori e lavoratici che allo stato attuale possono godere solo in
parte del raddoppio da 9 a 18 settimane della copertura garantita dal
fondo di integrazione salariale Inps. Per loro, infatti, la durata
massima attualmente riconosciuta è di 14 settimane, il che significa che
la loro cassa integrazione si esaurirà con l’inizio di giugno, senza
alcuna copertura fino a settembre».
agli sgoccioli per i lavoratori delle coop sociali fermi a causa
dell’interruzione dei servizi educativi, scolastici e
socio-assistenziali. A lanciare l’allarme è la Cgil, con la segretaria
regionale della Funzione pubblica Orietta Olivo: «Si tratta – spiega –
di lavoratori e lavoratici che allo stato attuale possono godere solo in
parte del raddoppio da 9 a 18 settimane della copertura garantita dal
fondo di integrazione salariale Inps. Per loro, infatti, la durata
massima attualmente riconosciuta è di 14 settimane, il che significa che
la loro cassa integrazione si esaurirà con l’inizio di giugno, senza
alcuna copertura fino a settembre».
Una
situazione già pesante, visto che il Fis garantisce un assegno che
supera a stento il 60% di retribuzioni già di norma molto basse, rischia
di diventare insostenibile. Da qui la richiesta avanzata a livello
nazionale dai sindacati di categoria, e rilanciata dalla Fp-Cgil
regionale, di rimuovere il tetto che non consente il ricorso immediato,
anche nel terzo settore, alle 18 settimane di ammortizzatori. «Si stenta
infatti – spiega ancora Olivo – a comprendere la ratio di quella che
allo stato attuale pesa come un’inaccettabile discriminazione,
penalizzando un comparto fondamentale per garantire la regolare
erogazione di servizi in settori sensibili come la scuola, l’educazione o i servizi ai disabili.
Se non si interviene urgentemente, avremo migliaia di persone
totalmente prive di reddito e senza prospettive immediate di una ripresa
lavorativa sulla quale gravano tuttora pesanti incertezze. Ecco perché
siamo pronti a mobilitarci in tutte le sedi per l’immediata estensione
degli ammortizzatori, rimuovendo le attuali discriminazioni a danno del
terzo settore e per rivendicare nei fatti quelle misure di sostegno
concreto a questi lavoratori che il Governo ha promesso e solo in parte
messo in campo»
situazione già pesante, visto che il Fis garantisce un assegno che
supera a stento il 60% di retribuzioni già di norma molto basse, rischia
di diventare insostenibile. Da qui la richiesta avanzata a livello
nazionale dai sindacati di categoria, e rilanciata dalla Fp-Cgil
regionale, di rimuovere il tetto che non consente il ricorso immediato,
anche nel terzo settore, alle 18 settimane di ammortizzatori. «Si stenta
infatti – spiega ancora Olivo – a comprendere la ratio di quella che
allo stato attuale pesa come un’inaccettabile discriminazione,
penalizzando un comparto fondamentale per garantire la regolare
erogazione di servizi in settori sensibili come la scuola, l’educazione o i servizi ai disabili.
Se non si interviene urgentemente, avremo migliaia di persone
totalmente prive di reddito e senza prospettive immediate di una ripresa
lavorativa sulla quale gravano tuttora pesanti incertezze. Ecco perché
siamo pronti a mobilitarci in tutte le sedi per l’immediata estensione
degli ammortizzatori, rimuovendo le attuali discriminazioni a danno del
terzo settore e per rivendicare nei fatti quelle misure di sostegno
concreto a questi lavoratori che il Governo ha promesso e solo in parte
messo in campo»