Università, la federazione tra i due atenei è una strada obbligata
La proposta di “federare” i due atenei, avanzata dai rettori delle università di Trieste e di Udine, ha immediatamente sollevato polemiche nelle due città, immediatamente cavalcate da chi stuzzica le identità, rivendica totale autonomia e proclama primati. Insomma finisce per riproporre la mai sopita logica dei campanili ed evita di ragionare sul futuro. Una logica che non abbiamo mai condiviso e che risulta del tutto anacronistica rispetto ai temi e problemi posti dalla crisi.
Da tempo infatti la Cgil sostiene che due atenei di dimensioni medio piccole non possono continuare a competere tra loro, all’interno di un bacino demografico di 1,2 milioni di abitanti e in prossimità di poli importanti per dimensioni e storia come Padova o la stessa Venezia. La progressiva riduzione dei finanziamenti statali, un’offerta formativa spesso duplicata in due sedi poste a 70 chilometri di distanza, il blocco del turn over del corpo docente, l’impossibilità di dare spazio ai tantissimi ricercatori precari sono condizioni oggettive, che non consentono più alle due università di offrire da sole una formazione adeguata – qualitativamente e quantitativamente – ai giovani del Fvg.
Crediamo dunque che sulla proposta dei rettori si possa avviare un dibattito serio che parta dall’interno del mondo accademico ma esca presto da suoi confini. È infatti necessario sviluppare un percorso di progressivo coinvolgimento che, partendo dalle sedi istituzionali, si allarghi alle componenti presenti negli atenei – docenti, studenti, personale tecnico amministrativo – e coinvolga l’intera comunità regionale.
Diventa ora indispensabile guardare avanti per realizzare quel sistema regionale di alta formazione che, a partire dalle due università, possa mettere in rete i tanti centri della ricerca e della conoscenza presenti in regione. Spetterà dunque alla politica, superando ogni residuo campanilistico, sostenere questo percorso e assumersi l’onere di compiere scelte precise e utili a tutte le componenti della comunità regionale nel campo della conoscenza, andando oltre alla legge in vigore, assolutamente insufficiente rispetto all’obiettivo.
Franco Belci, segretario generale Cgil Fvg
Sergio Zilli, responsabile Università Flc-Cgil Fvg