Violenza di genere, la crisi rende le donne più deboli
Potenziare i finanziamenti ai centri anti-violenza, spesso l’unico rifugio per le donne vittime di minacce, persecuzioni e sopraffazioni. Implementare le azioni di prevenzione. Promuovere azioni strutturali, a partire dalle scuole, per rafforzare quella cultura del rispetto che rappresenta il principale antidoto alla violenza di genere e che deve diventare patrimonio di tutti fin dallla più giovane età, con il contributo decisivo delle famiglie. Questo l’appello che Orietta Olivo, responsabile pari opportunità della Cgil regionale, lancia in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
«Ogni due giorni – commenta Olivo – una donna viene uccisa, e nel 70% dei casi questo avviene in mano familiare, per mano del marito o dell’ex marito, fidanzato o coinvivente. Ma il femminicidio è solo l’atto finale di una lunga serie di violenze quotidiane, fisiche, psicologiche, sessuali, economiche, anch’esse consumate nella maggior parte dei casi tra le mura domestiche. Fenomeni spesso coperti da silenzi e omertà e che l’approvazione della legge sullo stalking non è riuscita a frenare. La crisi, anzi, aggravando le tensioni economiche in ambito familiare, e complicando per molte donne il raggiungimento dell’indipendenza economica, rafforza la loro esposizione al rischio di violenze e maltrattamenti».
Da qui l’appello della Cgil Fvg a mettere in campo tutte le misure di prevenzione, repressione e sostegno delle vittime che possano affrancare dalla solitudine le vittime e le potenziali vittime di violenza. «Nella consapevolezza – conclude Olivo – che è indispensabile un profondo cambiamento culturale, perché alla base del problema c’è un approccio sessista ai rapporti di genere e una concezione della donna come oggetto tuttora largamente diffuso nel nostro modo di pensare e di agire».